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CRONACA E ...

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APPOFONDIMENTI...

Albergo costruito con 800.000 bottiglie di plastica!
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Pronta la carne sintetica creata in laboratorio!
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Street Art

Qual è la differenza tra vandalismo e arte di strada? Ancora, è più bello un muro di mattoni e cemento o uno colorato? Sicuramente la risposta è personale ma non del tutto…

Sono stati necessari confronti, convegni e attente riflessioni per fornire risposte, anche se rimangono non pochi dubbi. E’ vandalismo, sicuramente, spruzzare bombolette di vernice spray sulle fiancate dei treni, sui loro finestrini, sui monumenti, sulle facciate delle abitazioni e degli edifici pubblici, scrivere stupidaggini di diversa natura sui muri, quindi “sporcare” le proprietà degli altri e quelle comuni.  Ci sono anche molte opere d'arte che sono figurative grafiche e colorate che rendono  le costruzioni più belle, meno anonime e tristi. I murales sono la raffigurazione di una capacità dell'immaginazione che si distingue, come quella degli artisti del calibro di Blu, Ericailcae, Eron, Lex, Manu Invisibl, per rimanere agli italiani.

La street art collabora molto con le istituzioni per dare colore agli angoli urbani più squallidi, ma se non c’è il consenso del proprietario ciò diventa un reato.                                                   

La street art nasce da una cultura anticonformista e oltre dall’America, è nata anche in ambienti urbani marginalizzati, prodotto di una cultura hip hop che vuole  screditare il  ”sogno americano”.

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Alessandro Zappalà, Alfio Cristaudo, Andrea Platania

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Spesso per promuovere la legalità si è usata l’arte, come il comune di Trento che ha deciso di collaborare con alcuni street artist, per cercare di educare alla legalità attraverso i murales. Il progetto: "Futura Trento", ha scelto alcuni muri che potrebbero essere abbelliti secondo:                                                              - MURI LEGALI LIBERI: una palestra dove si disegna liberamente;
- HALL OF FAME: muri che valorizzano l'arte di strada;
- MURI PER INTERVENTI ARTISTICI: rendono più bella una facciata attraverso contest;
- I MURI PER LA DIDATTICA PER LE SCUOLE.

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La street art per rigenerare in Sicilia le Madonie

 

Dal 13 settembre al 3 ottobre in Italia nel 2021 un centinaio di artisti parteciperanno alla più rilevante operazione di arte urbana che vuole rendere più belli  diciotto comuni delle Madonie. La So.Svi.Ma. Spa, ha selezionato 48 artisti di “street art” per fare molte opere nei 18 comuni presi in considerazione. Gli obiettivi del progetto “I Art Madonie” sono: rigenerazione urbana dei borghi; miglioramento della qualità del decoro urbano; laboratori e attività di orientamento per l’animazione territoriale.

Gli “street artist” dell’Europa e dei Paesi del Mediterraneo possono candidarsi entro il prossimo 18 giugno e quelli selezionati saranno assistiti dalle amministrazioni comunali ospitanti e da un assistente chiamato per la creazione delle loro opere.

I ART ha già prodotto la più grande opera di street art in Sicilia, presso i Silos del Porto di Catania e oltre 300 eventi multidisciplinari in 30 Comuni in tutta la Sicilia, tra cui: musica, arti visive, cinema, tutte impostate sul patrimonio culturale immateriale. Altri eventi sono in corso di preparazione nei siti Unesco di Petra (Giordania), Byblos (Libano) e in selezionati siti Unesco di Sicilia.

Mattia Gennaro

Dinosauri:
ecco quanti T-REX sono esistiti
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Calcolato il totale dei TYRANNOSAURUS REX che sono vissuti sulla TERRA. La risposta è stata pubblicata all’interno della rivista Science “Absolute abundance and preservation rate of Tyrannosaurus rex”. Secondo lo studio di Daniel V.Latorre, Connor j.,  Wilson., circa 2,5 miliardi di Tirannosauri hanno abitato il nostro Pianeta durante il periodo Cetaceo superiore, circa 65 - 70 milioni di anni fa.

Alfio Cristaudo

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Urban Sun
il progetto per sanificare gli spazzi aperti dal Covid-19. 

Lo studio ROOSEGAARDE ha inventato  una lampada a Ultravioletti che può essere collocata  negli spazi aperti per fare incontrare le persone con meno paura di combattere il Covid. Urban Sun,(Sole Urbano) questo è il nome dell’ invenzione mostrata  a Rotterdam. Questo progetto è nato per sanificare piazze ,scuole o stazioni con una specifica luce Ultravioletta, innocua per gli animali e per l’ uomo.

Il creatore dello studio, DAAN ROOSEGAARDE, pensa che quest’ invenzione possa rendere gli spazi aperti privi di Covid-19  al 99,9% in pochissimi minuti e che possa fornire sicurezza permettendo alle persone di incontrarsi di nuovo.

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Però Urban Sun  non cura chi ha contratto il virus e non assicura che le persone non lo prendano in futuro e non vuol dire che dobbiamo abbandonare vaccini e mascherine.

Come è fatto questo Sole Urbano?

Il design di questo “ Sole Urbano” è stato realizzato da scienziati Giapponesi , Statunitensi, Italiani e dei Paesi Bassi. In oltre la ricerca pubblica nel 2018 mostra che la norma luce UV è dannosa per l’ uomo mentre la luce far-UVC è sicura. Ma entrambe sono mortali per i virus.

Questa tecnologia è in fase di sviluppo anche per gli spazi interni, infatti Bacing sta cercando di metterlo nei suoi aerei. ROOSEEGAARDE, inoltre sarà il primo a provarlo negli spazi aperti perché spera di portarlo in grandi eventi come i Giochi Olimpici, però potrebbe essere usato anche per fiere e festival.

Flavia Forte

Piombino: tombe e scheletri emergono dalla spiaggia di Baratti

Sono state ritrovate 3 tombe che risalgono al I secolo d.C. e che confermano come la città di Populonia, sull’ isola Elba sia molto antica!

Questa è una scoperta straordinaria fatta nella spiaggia del Golfo di Baratti, a Piombino, in Toscana. Dove si stava costruendo un tubo dell’acqua, sono stati ritrovati delle antiche sepolture.

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Due tombe ritrovate dalla piccola trincea realizzata a pochi metri dal parco archeologico e una tomba a incinerazione: la prima tomba è stata trovata dall’ archeologo Andrea Camilli. La tomba è costituita da una fossa rettangolare scavata nella terra e protetta da lastre di pietra reimpiegata. La tomba al suo interno custodiva uno scheletro, forse una donna, con ancora oggetti personali come lo spillone per capelli.

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 La seconda tomba aveva le lastre rotte e dentro c’erano pochi resti dello scheletro del defunto. La terza tomba di forma squadrata conteneva combusti del defunto. Dentro sono stati scoperti frammenti di ceramica con una scritta in greco e latino, dell’ artigiano realizzato nel I secolo D.C. ovvero “ARTAS DI SIDONE”.

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Lorenzo Madonia

Novità sull'acqua di Marte
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Giada Polimeni Gloria La Spina

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Prodotto ossigeno su Marte

Lo scorso 18 febbraio abbiamo partecipato all’ atterraggio sul pianeta Marte del Rover Perverance della Nasa un evento importante che ci ha lasciato con il fiato sospeso.

Il Rover che è andato su Marte è una vera innovazione, come il drone INGENUITY di cui si sente molto parlare. Tra queste novità c ’è anche l’esperimento MOXIE, grazie al quale per la prima volta Perseverance ha prodotto il primo ossigeno su Marte. Il Moxie detto anche MARS OXYGEN IN-SITY RESOURCE UTILIZATION EXPERIMENT è un componente fatto per produrre lo stoccaggio di ossigeno su Marte. Quest’ esperimento si aggiunge alla lunga lista da record stabiliti da Perseverance nell’ ambito di MARS 2020. L’ atmosfera del Pianeta Rosso (MARTE) è   formata per il 96% da diossido di carbonio C02 che è formato da due atomi di ossigeno e uno di carbonio.

IL compito del MOXIE è quello di estrarre un atomo di ossigeno dalla molecola di diossido di carbonio, nota come ANIDRIDE CARBONICA .  

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 Il monossido di carbonio restante viene rimesso in atmosfera. Il processo di conversione si basa sulla necessita di alte  quantita’ di calore, circa 800 gradi CELSIUS. Per riuscire a raggiungere queste temperature e riuscire a resistervi strutturalmente, il MOXIE è costruito con parti in lega di nichel stampate in 3D. Queste parti riscaldano e raffreddano i gas che li investono, mentre un AEROGEL leggero viene usato per trattenere il calore necessario. Infine un fino mantello dorato riflette il calore a infrarossi, impedendogli di irradiarsi verso l’esterno e sottomettere altri componenti di PERSEVERANCE, così  perseverance  ha prodotto il primo ossigeno sul Pianeta  Rosso.

Nella prima operazione il Rover ha preso 5 grammi di ossigeno  che sarebbero10 minuti di ossigeno per respirare. Il MOXIE è stato creato per produrre fino ai 10 grammi di ossigeno ogni ora, l’ obbiettivo finale è quello di creare ossigeno per permettere agli astronauti di vivere sul pianeta. Per far di nuovo partire un razzo su Marte con 4 astronauti sono necessarie  7  tonnellate di carburante e 25 tonnellate di ossigeno. Moxie dovrebbe essere più grande di circa una tonnellata rispetto a ora. Per ora tutto l’ossigeno che ha creato Moxie serve per la missione Somple Return questa missione dovrà portare sulla Terra dei campioni di roccia marziale raccolti da Perseveronce allora l’ossigeno servirà per la partenza di questi campioni.

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Elisa Mastrosimone, Anna Vaccarella

Oltre 250 impronte di Neanderthal nella sabbia

Centinaia di orme di Neanderthal sono state conservate perfettamente, e sono state riportate alla luce, nella spiaggia di Le Rozel, in Normandia (Francia).

Nascoste ma protette. Le impronte ritrovate nel fango sono risultate di circa 80 mila anni fa, e sono state nascoste sotto dune di sabbia.

I ricercatori hanno fotografato diversi campioni, e hanno pure creato la forma del piede con un polimero gommoso.

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Nursery preistorica.  

Il 90% delle impronte appartiene a bambini e adolescenti, questo si capisce dal fatto che sono state ritrovate impronte lievi al suolo. Non è ancora chiaro lo scopo della camminata. Da una specie di cacciatori – raccoglitori come i Neanderthal ci saremmo aspettati una più alta percentuale di adulti.

Colpo di fortuna. Per gli scienziati del Museo Nazionale Francese di Storia Naturale, la conservazione delle impronte rappresenta una sorta di miracolo.

Luigi Calì

Chernobyl, Ucraina.
   Che cosa è successo il 26 Aprile 1986

Contaminati: ufficialmente 5.500.000 persone.

Contaminanti: polveri di sostanze radioattive incluse uranio, plutonio, cesio-137, stronzio e altri metalli.

Contaminatori: centrale nucleare di Chernobyl.

Ecco la storia di quella giornata.

Ciò che è successo in questa città industriale dell’Ucraina settentrionale è stato raccontato molte volte: alcune manovre azzardate durante una esercitazione notturna agli impianti di sicurezza della centrale nucleare hanno provocato la fusione del nocciolo, esplosione del reattore “4” e il collasso dell’intera struttura che lo proteggeva, si è così espansa una nube carica di particelle radioattive cinquecento volte più micidiale di quella prodotta delle bombe Hiroshima e Nagasaki. I venti hanno sparso le particelle nell’ atmosfera e presto sono state contaminate intere regioni dell’Ucraina, Bielorussia e Russia.

La nube ha raggiunto anche la maggior parte dell’ Europa occidentale, contaminata anch’ essa in quantità minore. All’ inizio le autorità cercarono di nascondere il fatto, ma dopo qualche giorno la verità è emersa in tutta la sua drammmaticità.

E’ un evento di grado 7, il più grave mai avvenuto in una centrale nucleare. I “biorobots” sono gli eroi di Chernobyl, molti di loro moriranno di tumori e leucemie nell’arco di poche settimane o mesi. Altri vedranno le terribili conseguenze del loro sacrificio manifestarsi nei loro figli. Grazie a loro, il reattore viene chiuso in un sarcofago di cemento armato che imprigiona i materiali radioattivi e definisce un mondo a sé.

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LA ZONA ROSSA: l’ area attorno alla centrale, la famosa Chernobyl Exclusion Zone, devastata dalle radiazioni. Chernobyl rimarrà una minaccia misteriosa e silenziosa per secoli.

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GLI EFFETTI SULLA POPOLAZIONE. Si parla di 4000 casi di cancro alla tiroide tra Bielorussia, Ucraina e Russia, per esposizione tra il 1992 e il 2002. Le cifre delle associazioni sono 10 volte superiori.

Tutt’oggi, nell’area considerata contaminata 5 milioni di persone sono con patologie. Nel rapporto del 2012, l’organizzazione mondiale della sanità (WHO) sostiene che l’impatto della contaminazione rimarrà abbastanza basso.

CHE COSA SI STA FACENDO.

Il sarcofago in cemento costruito dalle squadre di biorobot era stato pensato come soluzione d’emergenza.

Ogni anno si aprono nuove crepe, attraverso la quale si trova l’acqua che danneggia la struttura e trascina elementi nucleari o radioattivi fino alla falda. Sotto all’ involucro sono intrappolate quantità di combustibile nucleare. E’ una situazione impossibile da affrontare per la sola Ucraina. Nel 1997 si è costituito un comitato internazionale per progettare e costruire un nuovo sarcofago. Dal 2016 il vecchio sarcofago è stato sostituito dal NSC "New Safe Confinement" il grande sarcofago.

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Andrea Platania, Giuseppe Surleti

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Chernobyl, è allarme:
il reattore 4 si è risvegliato...
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Tutta la verità sul razzo cinese che potrebbe colpire l’Italia

Sul territorio italiano potrebbe cadere un razzo cinese, non è una bufala, infatti è stato confermato dall‘Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Isti-Cnr). Il 29 aprile quando fu lanciato non successe niente, ma successivamente lo stadio del razzo è stato abbandonato nell’orbita e non diede più segni di vita e l’atmosfera adesso lo sta spingendo verso la Terra. 

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Quali rischi corre l’Italia? 

La caduta potrebbe avvenire fra Nord e Sud, cioè l’Italia centrale e meridionale, ma l’orbita potrebbe subire variazioni. Il razzo potrebbe cadere tra una settimana, ma anche in meno giorni. Non è la prima volta che succede questo, per esempio nel 2020, i frammenti di un altro razzo cinese erano caduti nei villaggi dell’Africa occidentale, ma la notizia non fu presa in considerazione a causa della pandemia. Ora, non resta che aspettare gli aggiornamenti sulla caduta del razzo, sperando che cada in luoghi disabitati. Per evitare problemi del genere, molte persone chiedono di porre limiti al lancio di razzi che mettono a rischio l’umanità.

Mattia Gennaro

Articolo_ razzo cinese (7 mag 2021 12_10
USIAMO 6 MILIARDI DI MASCHERINE FFP2 AL GIORNO: UN TEAM PUO’ FARNE STRADE.

Una squadra di ricercatori in Australia ha scoperto che milioni di mascherine ffp2 eliminate, potrebbero essere miscelate per formare pavimentazione stradale. Questo porterebbe a una riduzione dell’inquinamento ambientale e a una riduzione dei costi nella realizzazione di strade.

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L’idea di 7 miliardi di persone che usano mascherine ffp2 alla settimana ha fatto suonare un campanello d’allarme. Gli scienziati della RMIT University hanno pubblicato un articolo sulla rivista Science of the total Environment, proponendo una soluzione al problema   ambientale delle mascherine scartate. Jie Li e il suo team hanno sviluppato un nuovo materiale per la costruzione di strade usando il 2% di mascherine ffp2 con l’aggiunta di cemento riciclato. Per aumentare la durata della strada sarebbero anche necessarie: la plastica in polipropilene, utilizzata per creare mascherine chirurgiche monouso.

Pavimentare un solo chilometro di strada richiederebbe 3 milioni di mascherine: 93 tonnellate di rifiuti in meno. Inoltre questo sistema costerebbe un terzo in meno dei costi necessari a mandare in discarica le mascherine ffp2 usate.

Gabriele Lanzafame, Andrea Platania

TROVATI DEGLI ANTICHISSIMI FRAMMENTI BIBLICI

Dei frammenti biblici, risalenti a 1900 anni fa, sono stati trovati nella cosiddetta "Grotta degli Orrori", nel deserto della Giudea (Israele). Le autorità competenti hanno riferito che questi rarissimi e piccoli tasselli si andrebbero ad inserire tra i libri dell' Antico Testamento di Zaccaria e Nahum, due dei dodici profeti ebraici minori.

Prima di procedere con tutti i dettagli in merito alla scoperta, è doveroso fare una precisazione. Nelle ultime ore la notizia è rimbalzata su numerose testate giornalistiche. Tuttavia, è stato commesso un piccolo errore nei titoli al momento di definire la vera origine di questi frammenti.

Molti, infatti, hanno collegato il ritrovamento ai rotoli del Mar Morto, cioè più di 900 testi trovati in una cava vicino al sito archeologico di Qumran, tra il 1940 e il 1950. Tuttavia, quest'associazione è sbagliata. I rotoli trovati ne la Grotta degli Orrori non hanno niente a che vedere con quelli scoperti nel secolo scorso.

La cava in questione, dove sono stati riportati alla luce di recente questi nuovi frammenti biblici, è un sito di recente scoperta. Nel Novecento si iniziarono ad avere delle informazioni circa la sua esistenza, ma si riuscì veramente a studiarla solo intorno al 1960. Da quel momento in poi, vennero riportati alla luce ben 40 scheletri di persone morte per la fame durante le rivolte di Bar Kokhba (132-135 d.C.). E' da questi ritrovamenti che la cava prese il nome di "Grotta degli Orrori".

Le rivolte prima citate furono un evento importante nella ricchissima storia del popolo ebraico. Nel II secolo d.C., Simon Bar Kokheba si autoproclamò a Messia e si mise a capo dell'ultima rivolta ebraica contro l'Impero Romano, l'allora capo egemone su tutta la regione. Ebbe iniziò così la terza guerra giudaica per l'indipendenza del Regno di Giudea.

Tuttavia, come ben sappiamo, i moti vennero repressi nel sangue con un intervento massiccio da parte del governo imperiale. I romani vinsero facilmente nel giro di tre anni e, secondo le fonti antiche, uccisero ben 500 mila ebrei - oltre a deportarne altre migliaia in tutte le provincie dell'Impero. Ed è proprio da questo breve scontro storico che i testi biblici ritrovati potrebbero risalire.

L'aspetto sorprendente della scoperta, che ha portato molti a definirla "dell'anno" per quanto riguarda la ricerca archeologica in Israele, è che per la prima volta, dopo 60 anni, delle trascrizioni bibliche sono state ritrovate seguendo un iter preciso di ricerca sul campo e attraverso uno studio scientifico dei dati a disposizione.

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Questo potrebbe suonarci come normale prassi, quando si parla di una qualsiasi scoperta archeologica, ma sfortunatamente non è sempre così in Israele. Spesso, molti frammenti biblici ritrovati e di cui oggi noi siamo venuti a conoscenza erano stati precedentemente rubati o trovati con metodi che non andavano in alcun modo a salvaguardare il reperto.

E' proprio per la numerosa presenza di ladri e persone pronte ad accaparrarsi più beni storici possibili nei siti aperti che il direttore dell'Autorità per le antichità israeliane (l'IAA), Israel Hasson, ha incitato lo Stato, con una dichiarazione, a permettere ai ricercatori di lavorare in maggiore sicurezza e salvaguardare con più attenzione i siti sottoposti alla studio della comunità accademica nazionale e non.

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Mattia Gennaro

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Emergenza climatica, è effetto domino: dopo la Groenlandia ora tocca alla corrente Amoc, che regola il clima di tutto il mondo.

Il clima del nostro Pianeta potrebbe cambiare drasticamente. Stiamo per raggiungere uno dei punti di non ritorno più volte citati nei rapporti climatici, il segnale che si è passata una soglia oltre alla quale è difficile tornare indietro. E se possiamo pensare che in un mondo più caldo sopravviveremo comunque grazie all’aria condizionata, sarà più difficile farlo se qualcosa renderà difficile l’agricoltura, cancellerà la biodiversità e renderà instabili le economie. L’allarme è stato lanciato da un gruppo di ricercatori irlandesi, tedeschi e inglesi che su Nature Geoscience hanno pubblicato un articolo dal titolo inquietante: la corrente del Golfo si è indebolita nell’ultimo millennio. L’Amoc è un sistema di correnti oceaniche che provvedono a un doppio flusso. Quello superficiale, di acqua molto salata e calda, va in direzione dell’emisfero nord. Quello profondo, di acqua fredda a bassa concentrazione salina, va in direzione sud. L’Amoc muove circa 20 milioni di metri cubi di acqua al secondo, centinaia di volte quelle del Rio delle Amazzoni e regola il clima di tutto l’emisfero nord e parte di quello meridionale.

La Corrente del Golfo, portando il caldo tropicale verso nord, ne stempera il rigore, rendendo Inghilterra, Irlanda, Francia, Danimarca e Islanda Paesi dove le temperature sono temperate. E’ una sorta di grande nastro trasportatore che cede calore all’atmosfera condizionando i venti dominanti. Quando si raffredda affonda in prossimità della Groenlandia e poi torna verso sud lungo il fondale oceanico, creando una sorta di vuoto che continua ad attirare l’acqua calda delle latitudini più basse. E’ quella che permette all’Europa occidentale di avere inverni relativamente più miti delle corrispondenti latitudini degli Stati Uniti. Ma è grazie a lei anche che si creano i monsoni che portano le piogge in Africa e in Estremo Oriente.

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Negli ultimi mille anni l’Amoc non era mai stata così debole come negli ultimi decenni.

 

Gli scienziati sono risaliti a 1600 anni prima studiando archivi di dati che riguardano i sedimenti oceanici e i campioni di ghiaccio e hanno ricostruito l’intero flusso. Dopo un lungo e abbastanza stabile periodo, c’è stato un rallentamento intorno alla fine della piccola era glaciale nel 1850, seguito da uno più profondo e rapido a partire dal 1960, e un ulteriore passo è stato compiuto dall’anno 2000 in poi.

La convezione assicurata dalla salinità e dalla differenza della temperatura viene però disturbata dai fenomeni relativi al riscaldamento globale. L’aumento delle temperature medie del globo ha infatti provocato sia l’aumento delle piogge, ma soprattutto lo scioglimento della Groenlandia, la seconda massa di ghiaccio più grande della Terra, capace, se dovesse scomparire, di innalzare da sola il livello del mare di 7,2 metri.

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 Uno studio dell’Università dell’Ohio ha recentemente sostenuto che anche in questo caso si è raggiunto un punto di non ritorno: lo strato di ghiaccio ha raggiunto uno stato dinamico e anche se tornassimo indietro di 20-30 anni, continuerebbe a perdere massa. L’ultimo anno se ne sono andate 532 gigatonnellate di ghiaccio, sette volte di più che nel 1990. Tutta quest’acqua dolce che finisce in mare inevitabilmente ne riduce la salinità, andando a interferire con il meccanismo termo-salino che regola la Corrente del Golfo e inibendo lo sprofondamento e il conseguente richiamo di acqua calda. Non a caso si sta verificando anche un consistente raffreddamento del nord dell’Oceano Atlantico.
Come se la Groenlandia non bastasse, acqua dolce sta arrivando anche dal Beaufort Gyre, una circolazione che si estende nell’Oceano Artico nei pressi del Labrador, Canada. Un tempo portava alla maturazione progressiva del ghiaccio e alla formazione di strati più spessi. Ora si sta trasformando da  un asilo a una tomba.  Si è scoperto che  il suo apporto di acqua dolce è aumentato del 40 per cento. La ricerca mostra che la maggior parte dell’acqua, raggiunge il nord Atlantico attraverso una serie di passaggi tra Canada e Groenlandia, chiamato Arcipelago Canadese. Questo apporto riduce la salinità del mare di Labrador.

Gli effetti potrebbero essere vari. In mancanza della corrente si potrebbe accumulare molta acqua lungo il continente americano, con aumento del livello del mare. In Europa paradossalmente si assisterebbe a una serie di inverni molto rigidi, mentre in estate si ridurrebbero le piogge e aumenterebbero le ondate di calore.

Questi punti di svolta sono già stati previsti da modelli climatici precedenti, ma prevedevano fenomeni lenti. L’attuale andamento in Groenlandia viene invece considerato molto rapido. E la velocità con cui ci stiamo riscaldando potrebbe portare alla cancellazione dell’ Amoc nel giro di poco tempo.

Mattia Gennaro

GLI ARCHEOLOGI HANNO SCOPERTO UNA CIVILTA' RISALENTE A 4000 ANNI FA.

Nel 2001 dei ritrovamenti archeologici cominciarono a vendersi on-line e tramite le aste. Si trattava di utensili, giochi, anfore e decorazioni, sculture, vasi, ecc.. non era però chiaro a quale civiltà facessero riferimento i manufatti. Si cominciò così ad indagare perchè gli archeologi pensarono inizialmente che queste opere fosse false.

In buona parte questi reperti provengono dall'Iran. L' indagine della polizia iraniana scoprì che gli oggetti venivano commerciati soprattutto da Teheran , e da lì spediti in tutto il mondo. 

Ma la scoperta più importante fu che i manufatti potevano essere ricondotti a un piccolo luogo nella valle del fiume Halil a 40 chilometri da Jiroft, una località nella regione del Balochistan. Restava però l' enigma, nessuno era a conoscenza di scavi o ritrovamenti.  La soluzione arrivò quando nel 2001 un'inondazione che fece straripare il fiume Halil permise ai resti di una antichissima necropoli di emergere. Purtroppo saccheggiatori ne approfittarono. 

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 Dopo l'indagine della polizia arrivarono gli archeologi iraniani. Purtroppo i saccheggi rendevano molto difficile ricostruire con precisione la posizione dei siti, ma col tempo si capì che quei reperti provenivano da una civiltà vissuta tra i 4 e i 5 mila anni fa. Si trattava di una scoperta storica, nessuno studio aveva previsto una civiltà nell'età del bronzo. Dal 2003 arrivarono anche studiosi da più parti del mondo, anche se a dirigere i lavori rimase l'iraniano Yousef Madjidzadeh. Dal 2003 vicino a Jiroft iniziarono degli scavi archeologici e scavando fino a 11 metri di profondità sono apparsi  anche dei palazzi a forma di piramide, rappresentati in alcuni manufatti.

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La prima fase degli scavi è durata fino al 2007, ma tuttora le ricerche sono in corso. Intanto in uno dei resoconti scientifici si leggono i primi risultati, si pensa che la regione di Jiroft era un importante insediamento urbano durante il terzo millennio a.c.. Il suo centro era nella valle del fiume Halil dove si trovavano monumenti, aree di produzione artigianale, quartieri e cimiteri. .

Giuseppe Surleti, Andrea Platania

"SILVER 2" IL ROBOT CHE PULISCE GLI OCEANI DALLA PLASTICA.

PRIMO ROBOT A RIPULIRE I FONDALI MARINI

Nel mare della città di Livorno è stato provato il robot “Silver2” che pulisce i fondali marini “mangiandone” i rifiuti. Pulire gli oceani dall'immondizia e analizzarne l'acqua, questo è il motivo per cui è stato creato Silver2, il robot granchio creato dall'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. La prima volta in mare è avvenuta appunto a Livorno.

Il responsabile del progetto ha raccontato all'ANSA che l'idea del progetto era nata un po' di anni fa allo scopo di dare risposta a una grande esigenza, quella di creare un robot subacqueo, in grado di interagire con l'oceano senza danneggiarlo.

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Forte Flavia

LE PARTICOLARITA' DEL ROBOT GRANCHIO

In collaborazione con la società National Geographic è nato il robot Silver (Seabed – Interaction Legged Vehicle for Exploration and Research), successivamente evolutosi in una seconda versione migliorata. Questo robot pesa 20 kg e può arrivare fino a 200 metri di profondità, ha sei zampe e può camminare senza danneggiare il fondale. Inoltre ha due telecamere ad alta definizione e può raccogliere nella sua pancia dei campioni d'acqua da analizzare alla ricerca delle microplastiche.

Flavia Forte

AUTO ELETTRICHE, DAVVERO ECOLOGICHE?
Molte persone pensano che le auto elettriche siano migliori di quelle a benzina e che non inquinino. Ma è davvero così? Intanto per le loro batterie c'è bisogno di estrarre il litio e c'è bisogno di energia per ricaricarle. Uno studio del 2014 ha analizzato i gas prodotti dai veicoli elettrici. E' emerso che le auto alimentate con energia prodotta dal carbone inquinano  di più rispetto ai veicoli tradizionali. A distanza di sette anni dallo studio le cose sembrano migliorate, soprattutto perchè in molte parti del mondo le reti elettriche nazionali ora sono più pulite.  
Lorenzo Madonia
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IN EGITTO IL PIU' ANTICO CIMITERO PER ANIMALI
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Rinoceronte lanoso: trovata una carcassa in perfette condizioni

In Siberia è stata ritrovata una carcassa di rinoceronte lanoso vissuto tra 20.000 e 50.000 fa, in perfette condizioni. 

Il rinoceronte lanoso è una specie di rinoceronte estinta, vissuta circa 3,6 milioni e 10.000 anni fa in Europa e nell’Asia del nord durante la fine delle glaciazioni. Nell’Asia settentrionale, in Siberia, alcuni scienziati hanno ritrovato una carcassa congelata di rinoceronte lanoso, vissuto tra 20.000 e 50.000 anni fa. La carcassa ritrovata è in perfette condizioni, una delle meglio conservate.                                                                 

A ritrovare la carcassa è stato un team di ricercatori dell’Accademia Russa delle Scienze, coordinati dallo scienziato Valery Plotnikov. I ricercatori russi hanno ritrovato la carcassa del rinoceronte lanoso nei pressi del permafrost sciolto nella regione di Abyisky, nella Russia nord-orientale. L’esemplare aveva tre o quattro anni quando è morto, la stima dell’età è stata eseguita dall’analisi di uno dei denti e dallo stato di usura.

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Secondo gli studiosi l’esemplare non è morto per la carenza di cibo, ma per la caduta da un burrone. Lo stato di conservazione è davvero ottimo, tanto che i tessuti molli sono ancora visibili tra cui quelli dei genitali e dell’intestino. Si è conservata molto bene anche parte del corno nasale, una rarità per le carcasse del rinoceronte lanoso, perchè i corni si decompongono velocemente. Gli studiosi credono che in futuro ci saranno altri ritrovamenti simili a questo a causa del riscaldamento globale che scioglie i ghiacci e possiamo considerarlo uno dei pochi effetti positivi di questo fenomeno.

Mattia Gennaro

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Luigi Calì

Il coronavirus è una pandemia. 

Lo ha dichiarato l'OMS. Ma come si passa da un'epidemia a una pandemia? Che cosa comporta questo sviluppo?

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 L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che COVID-19 è diventata una pandemia vera e propria a tutti gli effetti. I dati utilizzati per definire una pandemia sono 3:

1) si è diffuso tra molte persone;

2) ha provocato morti;

3) si è diffuso a livello globale e internazionale.

«Pandemia non è una parola da usare a cuor leggero o frettoloso» dice l'OMS. È una parola che, se usata a sproposito, può causare paura molto forte o accettazione ingiustificata di una battaglia persa, portando a sofferenze molto forti.  

La pandemia è  una malattia  infettiva che minaccia la salute di molte persone nel mondo. Le malattie infettive virali, causate da patogeni nuovi alla scienza, che si trasmettono rapidamente da una persona all’altra in modo "efficiente", danno origine ad una pandemia, per esempio il Coronavirus COVID-19, ha queste caratteristiche.

Un'infezione virale può essere dichiarata pandemia se è causata da un patogeno marcatamente diverso dai virus accaduti di recente e se gli esseri umani presentano poca o nessuna immunità ad esso. In base a queste descrizioni, il nuovo coronavirus, per il quale a febbraio del 2020 era stata dichiarata l'emergenza globale, ha assunto tutte le caratteristiche per essere ridefinita una malattia molto importante. 

Una volta che il covid si sviluppa e crea focolai nei Paesi si inizia a diffondere a causa degli spostamenti continui delle persone rendendo questa malattia una pandemia. Il COVID-19 è molto contagioso, mortale e fa diffondere la pandemia.

 Andrea Platania, Mattia Gennaro

Cosa ha scoperto l’Oms a Wuhan sull’origine della pandemia di Covid-19

L' Oms ha inviato un  team  in missione in Cina alla  ricerca delle origini della pandemia di Covid-19. Molte domande restano ancora senza risposta alla fine  delle analisi durate quattro settimane e partite da Wuhan, primo focolaio mondiale dell’epidemia di Coronavirus. Ovviamente ha avuto origine animale, ma non si sa da quale, e non è chiaro se è uscito da un laboratorio. In sintesi, queste le conclusioni a cui sono giunti gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Possibile che sia uscito da pipistrelli o pangolini, ma i campioni di Coronavirus trovati in quelle specie non sono identici al Sars-Cov-2".

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Il nodo del mercato di Wuhan

Il mercato Huanan di Wuhan è stato il primo  focolaio dell'epidemia di Coronavirus.  I casi iniziali erano quasi tutti collegati a questo luogo dove vengono vendute delle  specie selvatiche e pesce surgelato. "Sappiamo che c’è stata la diffusione dell’ infezione tra alcune persone che lo hanno visitato, ma come il virus si sia introdotto e come si sia diffuso è ancora sconosciuto", ha detto Embarek (capo della missione dell'OMS). La ricerca dell'Oms in Cina ha quasi del tutto escluso che il virus sia nato e circolato qui per la prima volta . C’è la   possibilità che il virus possa essersi diffuso altrove,  ma non si sa né dove né quando.

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La teoria del laboratorio

 Gli scienziati cinesi e internazionali hanno inizialmente concluso che è estremamente improbabile che il virus sia uscito dall'Istituto di virologia della capitale dell'Hubei, un laboratorio con molti campioni di virus. L'Oms ritiene che non ci siano prove che il virus esistesse in quel laboratorio e che  è molto improbabile che qualcosa potesse sfuggire da un posto del genere.

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Il capo dell'OMS, dopo le indagini a Wuhan: «La Cina ci ha negato dati essenziali sull'origine del virus»

Anche se  il capo dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus afferma che la missione degli esperti a Wuhan «ha aggiunto importanti informazioni», più passano i giorni e più si dubita sui risultati ottenuti. Gli stessi componenti della squadra, dopo essere rientrati dalla Cina, ora denunciano che il governo cinese non ha fornito tutti i dati necessari per provare a capire dove abbia avuto origine il coronavirus che alla fine del 2019 ha innescato la pandemia con cui siamo ancora tutti alle prese. 

L'investigatore capo della missione in Cina, Peter Ben Embarek, ha rivelato che si pensa ad una diffusione della malattia a Wuhan nel dicembre 2019 molto più ampia di quanto si sia finora ritenuto e stanno chiedendo di poter accedere a centinaia di migliaia di campioni di sangue che finora non hanno potuto esaminare.

 Anna Vaccarella, Viola Sparacio

Che cosa sono i vaccini e come funzionano

I vaccini per il coronavirus sono in via di somministrazione in varie parti del mondo.

Nel mondo si cominciano a somministrare i diversi vaccini contro il COVID-19.

Ma come ci aiuteranno a porre fine alla pandemia?

I vaccini sono come medicine che prendiamo per evitare il contagio e di ammalarci?

Perché abbiamo bisogno dei vaccini?

I nostri corpi sono forti e fanno un ottimo lavoro per tenerci al riparo dai germi… 

Il nostro sistema immunitario è il sistema di difesa del nostro corpo, e le cellule immunitarie sono come i soldati messi a guardia. I soldati combattono vari invasori, come ad esempio virus e batteri, che vogliono impossessarsi del nostro sistema immunitario e farlo prigioniero, e così ci ammaliamo.

Ma talvolta queste cellule immunitarie che fanno da soldati hanno bisogno di un maestro... Dopo aver fatto un vaccino, i soldati del sistema immunitario imparano come combattere una specifica infezione, e quindi se veniamo presi di mira da quel germe, in futuro, non ci ammaliamo.

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Come lavorano i vaccini all’interno del nostro organismo?

All’interno del nostro corpo si muovono numerosi e diversi tipi di cellule. I globuli rossi trasportano ossigeno ai tessuti e agli organi; le piastrine aiutano a guarire le ferite.                           

I globuli bianchi, invece, combattono le infezioni. Comprendere come funzionano queste cellule è importante per capire come lavorano i vaccini nel nostro corpo. Due tipi principali di globuli bianchi sono le cellule B e le cellule T (dette entrambe linfociti).                                                             

I linfociti B, quando sono esposti al vaccino, rilasciano gli anticorpi. Questi anticorpi si legano al virus o ai batteri impedendogli di infettare un’altra cellula o diffondersi in tutto il corpo.             

Gli linfociti T aiutano ad attivare gli linfociti B, in modo da portare la produzione di molti anticorpi. I linfociti T hanno anche una buona memoria, cosi dopo aver combattuto l’invasore, ricordano come sconfiggerlo nel caso si ripresenti nuovamente. Alcuni vaccini contengono forme scarse di un virus vivo o di batteri non abbastanza forti da far ammalare gravemente una persona con un sistema immunitario sano. 

Luigi Calì

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Cos’è l’immunità di gregge?

I vaccini proteggono anche intere comunità e nazioni. Quando un numero sufficiente di persone si vaccina contro una malattia, potenzialmente mortale, la diffusione di quella malattia diventa limitata, cosi protegge anche altre persone che non possono  o non vogliono vaccinarsi. Questa è quella che chiamiamo immunità di gregge.

Proviamo con un esempi0: in classe c’è uno studente che, per via di qualche problema fisico, o a una causa di una  malattia, o di medicine che deve assumere, non può fare il vaccino. Ma se tutti gli altri studenti della classe, forti e sani, si vaccinano, allora è possibile aiutare anche quell’unica persona che non si è potuta vaccinare.

Così i vaccini contro il COVID-19 possono aiutarci a proteggere tutti e, insieme all’uso di mascherine, al distanziamento sociale di almeno un metro, al lavaggio frequente delle mani o all'uso dei disinfettanti, porre fine alla pandemia.

Per creare un vaccino, però, serve che gli scienziati devono analizzarne il genoma del virus ed effettuare tanti test per verificare che funzioni, ma  soprattutto, che non sia dannoso per i pazienti. Ovviamente ciò richiede tempo e pazienza.

Luigi Calì

Chi ha scoperto i vaccini

Tanti anni fa, un dottore inglese scoprì il primo vaccino, salvando molte persone dal vaiolo grazie a un esperimento sui bovini. Al giorno d'oggi, grazie a quella scoperta, tutti noi ci ammaliamo di meno.

Infatti l'OMS ha detto  che i vaccini sono la principale invenzione scientifica  mai fatta dall’umanità.

I vaccini mettono ansia, ma sono molti importanti perchè ci consentono di stare in salute da quando siamo bambini. Infatti prima di questa scoperta tantissime persone si ammalavano. Oggi grazie alle vaccinazioni,  malattie mortali come il vaiolo sono state sconfitte, ora si è ridotta tanto la circolazione di altre, tipo il morbillo.

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L'INTUIZIONE DI UN MEDICO INGLESE

La scoperta del vaccino si deve al naturalista Edward Jenner, che nel 1780,  notò che gli allevatori non contraevano  il vaiolo. Secondo il medico era dovuto al fatto che gli allevatori avevano già contratto la forma bovina del vaiolo ( nome scientifico  Variolae vaccinae), che era innocuo per le persone e ipotizzò che se avessero  contratto il vaiolo umano, avrebbero già avuto le difese pronte. Per mostrare la sua ipotesi Jenner prese il materiale organico da una contadina malata della forma bovina del vaiolo e lo iniettò su un ragazzino. Dopo 4 settimane dall'iniezione  il ragazzino non si sentì male. Gli studi di Jenner furono  continuati dal biologo francese Luis Pasteur, nel 1880  che rispetto a Jenner capì che  era possibile filtrare e alterare i microbi dell' infezione,  in modo di ridurre i rischi.  Infatti fu  Pasteur a chiamare questo trattamento “vaccino” in onore degli studi sui bovini di Jenner. Poi il medico inventò molti altri vaccini per altre malattie che così furono fermate. Quindi se un nostro amico avesse il  morbillo a noi che siamo vaccinati , è come se il nostro  corpo dicesse al virus di andarsene via! 

 Alfio Cristaudo, Flavia Forte

Virus, creatura vivente o no?

I virus sono piccoli aggregati di materiale biologico, ma non sono in grado di ripristinare il cibo attraverso il metabolismo o riprodursi da soli.

I virus sono organismi tra i più piccoli soggetti della biologia, anche se gli scienziati non sono sicuri che possano essere inclusi tra i veri viventi. Per la loro composizione estremamente semplice e le misure piccolissime sono stati ritrovati solo alla fine del diciannovesimo secolo. Le loro misure vanno dai 28 ai 200 nanometri (miliardesimi di metro), di conseguenza sono visti solo al microscopio elettronico.

L'aspetto importante  della loro biologia è che mancano di alcune proprietà di altri regni della vita; non hanno una vita autonoma e non sono capaci di trasformare le sostanze attraverso il metabolismo o riprodursi da soli. Hanno bisogno di altre cellule, dove entrano con vari metodi : per questo sono chiamati parassiti obbligati.

 

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 Rispetto agli esseri viventi, i virus non sono fatti di vere e proprie cellule e non hanno il citoplasma e gli organelli cellulari. In particolare mancano loro i ribosomi, ovvero le piccole parti cellulari che producono le proteine.

La loro composizione di base è molto facile: sono formati da un mantello di proteine (il capside) che racchiude il materiale genetico, cioè acidi nucleici come DNA oppure RNA. Alcuni hanno anche un mantello che li circonda, e sono detti virus rivestiti. 

Per riprodursi e  diffondersi, i virus usano diversi metodi. Usano le cellule in cui entrano  per ricostruire proteine e materiale genetico. Nella cellula i pezzetti di virus si ricombinano ed escono, alla fine uccidendola e continuando ad aggredire altre cellule del corpo. Così l'infezione si allarga fino a far ammalare l'intero organismo.

Giada Polimeni, Elisa Mastrosimone

Ecco le mutazioni più pericolose delle varianti di SARS-CoV-2

Da un po’ di tempo il coronavirus sta mutando facendo nascere diverse varianti più contagiose e pericolose rispetto al virus iniziale. Ecco un elenco di cinque tra le notizie più importanti e cosa hanno accertato gli studi che stanno cercando di individuare le mutazioni e di capire se possono eludere le risposte del sistema immunitario o la protezione dei vaccini.

Quando lo scorso inverno il coronavirus SARS-CoV-2 ha iniziato a circolare nel mondo, gli scienziati sapevano che era pericoloso, ma non pensavano che potesse cambiare. Di solito i coronavirus non mutano facilmente come i virus che causano l'influenza.

Quando è passato dagli animali all'uomo, SARS-CoV-2 ha avuto piccole mutazioni.

Negli ultimi mesi, sono state individuate nuove varianti del virus (detto anche selvaggio o wilde type) che sembrano avere grandi cambiamenti nella contagiosità.
 

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Gabriele Lanzafame

Queste varianti sono spuntate con rapidità in alcuni Paesi come il Regno Unito, il Sudafrica e il Brasile, e hanno soppiantato le varianti esistenti. "Quelle che stiamo vedendo sono mutazioni che compaiono in luoghi diversi", spiega Adam Lauring, virologo dell'Università del Michigan. "Il che è abbastanza indicativo del fatto che quelle mutazioni stanno facendo qualcosa".
Sembrano aiutare il virus a trasmettersi più facilmente e a eludere il sistema immunitario. A gennaio, i ricercatori hanno riferito che gli anticorpi non neutralizzano del tutto le varianti COVID-19. Anche persone guarite dalla malattia sembrano essere state reinfettate dal virus mutante.
Finora, i vaccini prodotti da Moderna e Pfizer sembrano funzionare con le varianti, ma Moderna ha iniziato a sviluppare un richiamo contro di esse. 

Mattia Gennaro

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