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AMBIENTE e ANIMALI

COSE DA SAPERE SULLA PLASTICA

Miliardi di tonnellate

Fra il 1950 e il 2015 sono state prodotte 8,3 miliardi di tonnellate di plastica . Soltanto 3 sono ancora usate; il resto è diventato spazzatura. I problemi della plastica sono partiti da qui, dal paradosso per cui un materiale praticamente indistruttibile serve per produrre oggetti che si usano una volta sola: il 40% di tutta la plastica prodotta è monouso. Il tema è al centro del saggio -mal di plastica- di Daniela Cipolloni, Teresa Paoli e Paola Vecchia (edizioni Dedalo ) da cui sono tratte le informazioni in questi 5 punti.

Dal macro al micro

Nell’ ambiente, la plastica si divide in particelle sempre più piccole -le microplastiche- le cui grandezze vanno da 1 micrometro (millesimo di mm) a 5 mm. Queste particelle  inquinano il mondo. Una ricerca pubblicata su Plos One stima che in mare ci siano 170.000 miliardi di particelle di plastica, che pesano in totale 2,3 milioni di tonnellate. Si prevede che, continuando con questi ritmi, nel 2050 il loro peso sorpasserà quello di tutti gli esseri viventi che abitano i mari .

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Dai tessuti ai polmoni

Le microplastiche escono dai tessuti sintetici inquinano gli ambienti indoor. In un metro cubo di aria possono esserci fino a 1500 particelle (10 volte più che all’esterno). Vuol dire che, tenendo presente che un adulto respira circa 10 metri cubi d’aria al giorno, nelle 24 ore possiamo introdurre nel nostro organismo 15.000 particelle. Tramite il sangue le microplastiche arrivano a tanti organi. Gli effetti sul corpo sono poco noti, ma secondo diverse ricerche favoriscono le infiammazioni.

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La produzione di COâ‚‚

L’industria della plastica inquina anche l’atmosfera, perché crea circa il 5% delle emissioni globali di gas serra. Si pensa che solo la produzione di plastica monouso emetta una quantità  di anidride carbonica superiore a quella generata da tutto il Regno Unito. Inoltre, la produzione  di questo materiale è  in crescita un po’ in tutta la Terra .La plastica realizzata ex novo a iniziare dal petrolio cresce a un tasso che è 20 volte superiore in confronto alla plastica riciclata.

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Riciclo sì, riciclo no 

Esistono molti tipi di plastica e non tutti possono essere riciclati . Per esempio, riciclare plastiche formate da polimeri diversi è costoso e leggermente produttivo, il motivo è che si riceve un materiale di scarsa qualità. Più in generale, la plastica riciclata ha sempre una qualità più scarsa in confronto a quello d’inizio. Secondo l’Ocse, soltanto il 9% della plastica è veramente riciclato. Il 19% viene bruciato, circa la metà finisce in discarica e il 22% è smaltito in posti non controllati o disperso nell’ambiente.

Gianpaolo D’Andrea

QUAL E’ L’ANIMALE PIU’ VECCHIO?

L’ animale più vecchio è Jonathan, una gigante tartaruga delle Seychelles. Lo scorso ottobre ha fatto 188 anni!

La cozza artica è una delle specie considerata più longeva. La cozza vive tranquillamente  più di 200 anni.

Si inizia da un minimo di qualche ora. Come nell’ effimera un insetto marino abbastanza piccolo che sembra una libellula. In questo breve intervallo di tempo cerca soltanto il partner  con cui si accoppia per non estinguersi. Però, prima che la  ninfa abbandoni l’ involucro nel quale è diventata un insetto adulto alato,  vive un anno da larva. Anche le cicale vivono poche settimane come adulti. Poi ci sono alcuni invertebrati, come i gastrotrichi, che vivono solamente tre giorni.

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All’opposto, la cozza artica è un mollusco che vive nelle fredde acque polari e vive fino ha 220 anni.

Vive per tantissimi anni anche la tartaruga, che facilmente supera i 100 anni. In special modo  la tartaruga gigante delle Galapagos e può vivere tra i 150 e i 200 anni.

LA DURATA VITALE VARIA A SECONDA DELLA SPECIE

Si presume che gli animali grandi abbiano una vita più lunga di quelli piccoli quasi sempre tra i mammiferi è così. Ma non sempre, per esempio: gli uomini sono più piccoli dei cavalli eppure vivono più a lungo. I cani grandi, solitamente, muoiono prima di quelli piccoli.

Controllare la vita degli animali selvatici quelli che vivono in libertà non è facile, raramente questi animali diventano vecchi, a causa di malattie, predatori, siccità e muoiono da giovani.

E’ più facile controllare la vita degli animali domestici, che vivono nelle case e vanno dal veterinario. Negli ultimi anni la loro vita si è allungata come è successo per gli esseri umani.

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IL MAMMIFERO PIU’ LONGEVO FU…..JEANNE LOUISE CALMET.

Si può affermare con certezza che il più vecchio mammifero è stata la signora francese Jeanne Louise Calment, che visse ben 122 anni e 164 giorni.

CLAUDIA POLIMENI- KEVIN CANCEMI-FRANCESCO SGARLATO-GIANPAOLO D’ANDREA

PERCHE’ IL CIOCCOLATO E’ TOSSICO PER I CANI? SCROPRIAMOLO INSIEME

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Il cioccolato è un piacere gustoso per molte persone, ma è un pericolo per i nostri amici a quattro zampe: i cani.

E’ importante capire i pericoli associati al consumo di cioccolato da parte dei cani. Il cioccolato contiene una sostanza chimica, chiamata TEOBROMINA, che è tossica. Tuttavia, i cani metabolizzano la teobromina più lentamente rispetto agli esseri umani. I sintomi di avvelenamento da teobromina sono: vomito, diarrea, aumento della frequenza cardiaca, tremori muscolari, convulsioni e, in casi estremi, insufficienza cardiaca e morte. La gravità dei sintomi dipende dalla quantità di cioccolato consumato(il cioccolato fondente e quello per pasticcieria sono più pericolosi del cioccolato a latte).

Cosa fare se il tuo cane mangia cioccolato.

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Se sospetti che il tuo cane abbia mangiato cioccolato è essenziale agire rapidamente. Ecco cosa fare: Contatta immediatamente il veterinario. Anche se il tuo cane sembra stare bene il veterinario potrà valutare la gravità dell’avvelenamento e fornire le indicazioni appropriate. Assicurati di fornire tutte le informazioni sul cane, la quantità di cioccolato che il tuo cane ha mangiato e il peso del cane: segui molto attentamente le istruzioni del veterinario. Potrebbe essere necessario portare il tuo cane in clinica, o ti potrebbe dare informazioni se sei a casa. Ecco alcuni suggerimenti per evitare che il tuo cane mangi cioccolato: mantieni il tuo cioccolato fuori portata dal tuo cane, preferibilmente in luogo alto e sicuro.

Avverti i famigliari e amici sulla pericolosità del cioccolato per i cani come snack. Per loro il cioccolato rappresenta un serio pericolo per la salute dei cani e deve essere evitato in ogni circostanza. Essere consapevoli dei rischi associati al cioccolato e sapere come agire in caso di indigestione puoi salvare la vita del tuo animale domestico.

 

Aurora Messina

IMBALLAGGI GREEN: UNA NUOVA VITA PER I GUSCI D’UOVO.

Una coppia di contadini, in Francia, hanno inventato un processo per trasformare i gusci d’uovo in imballaggi ecologici. Molti gusci d’uovo finiscono nella spazzatura, ma grazie a Paul-Gilles e Florence Chedaleux, che hanno inventato  un processo innovativo per riciclare i gusci d’uovo. Una storia ingegnosa, sostenibile e amore per l’ambiente che merita di essere raccontata.

 COS’ALTRO SI PUO FARE?

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Possiamo trasformare un guscio d’uovo, apparentemente inutile, in qualcosa di utile, il segreto sta nel processo di separazione, di essicazione e setacciatura, sono riusciti a dividere la membrana interna dal guscio vero così sono riusciti a creare una polvere simile al talco. Una materia che può essere utilizzata in tanti modi diversi.

L’UOVO… RINASCE DALL’UOVO.

La Ecodis, società specializzata in plastiche innovative, ha avviato una collaborazione con la coppia di contadini per trasformare la polvere in imballaggi, la polvere viene mescolata con altri materiali di scarto. Il risultato è un packaging resistente e riciclabile.

IN GUSCI WE TRUST. 

La natura va rispettata e imitata il più possibile perché ha sempre trovato più soluzioni di noi. I gusci d’uovo non sono gli unici gusci utili, con quelli delle conchiglie ci fanno caschi anti infortunistici, con quelli delle cozze ci fanno un vetro “biologico”, con quelli di tamarindo studiano sistemi di accumulo per veicoli elettrici.

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PLASTICA DA GUSCI: RIVOLUZIONI DAL BASSO.

La vera forza di questa invenzione non è solo nella solo nella sua genialità ma soprattutto nel fatto che nasce da piccoli contadini che hanno deciso di fare la differenza.

A volte, le idee migliori nascono dalla passione e dalla tenacia di chi vive a contato con la terra e conosce il valore di ogni risorsa. È importante ricordare che ognuno di noi nel suo piccolo può fare qualcosa per ridurre gli sprechi e prendersi cura dell’ambiente. Quei gusci d’uovo che fino ad ieri buttavamo via, oggi possono diventare un fertilizzante per piante, o una barriera per le lumache nell’orto. Basta un po’ di creatività e di amore per la natura, cosi come hanno fatto i coniugi Gilles che hanno saputo schiudere un mondo di possibilità.

Gabriele Reitano- Claudia Polimeni – Kevin Cancemi  

CONTROVERSIA INTERNAZIONALE  SULLA CACCCIA AGLI ELEFANTI: BOTSWANA VS GERMANIA

La controversia tra Botswana e Germania sulla caccia agli elefanti e il trasferimento di elefanti per gestire la sovrappopolazione. le implicazioni di divieti e controversie internazionali.

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E' nata una controversia nazionale tra Germania e Botswana riguardo alla proposta tedesca di vietare l’ importazione di trofei di caccia a causa del bracconaggio. Il presidente del Botswana, ha offerto di mandare 2000 elefanti in Germania per far vivere questa esperienza con gli animali agli abitanti tedeschi. Il Botswana ospita la più grande popolazione d’ elefanti al mondo, che aumenta ogni anno, portando conflitti tra gli umani e gli animali a causa della sovrappopolazione di elefanti in spazi non idonei s ospitarli. Il paese ha spedito 8000 elefanti in Angola e 500 in Mozambico. In alcune zone gli elefanti sono più degli abitanti, causando problemi come attacchi ai bambini.

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In Botswana la caccia agli elefanti è stata vietata nel 2014 ma nel 2019 hanno consentito agli stranieri di cacciare con licenza e quote annuali. Tuttavia, gruppi per il benessere degli animali condannano la caccia  al trofeo. Il Botswana ha minacciato di inviare 10.000 elefanti a Londra dopo che i deputati britannici hanno votato a favore di un divieto dei trofei di caccia. La questione sollevata da questa controversia va oltre il trasferimento di elefanti in paesi diversi, sollevando domande sulle implicazioni di un divieto più rigoroso sull’ importanza di trofei di caccia degli elefanti.

GIORDANA MANNANICI

QUESTO SQUALO VAGA SULLA TERRA DAL 1600 ED E’ANCORA VIVO OGGI

Il 27 febbraio 2024, fu scoperta una delle creature più misteriose degli oceani: lo squalo della Groenlandia (SomniosusMicrocephalus). Esso si distingue per le sue dimensioni, ma anche per la sua lunga vita; viene considerato il vertebrato più longevo  conosciuto dalla scienza, lui può vivere fino a 400 anni. Questa specie potrebbe aver già esplorato i mari nel 1620 quando il mondo era diverso. La  particolarità di questa creatura è nella durata della loro vita, ma anche nella sfida posta alla scienza per determinare la loro età. Lo squalo della Groenlandia non ha tessuti duri che consentono una facile misurazione dell’età. Il  codice per decifrare l’età fu sbloccato usando lo studio dei cadaveri umani e un pizzico di criminalità.  di popolazione.

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La chiave di volta è stata la scoperta che utilizzando la datazione al radiocarbonio delle lenti oculari contenenti proteine cristalline, che rimangono stabili nel tempo, è possibile stabilire l’età degli squali. Inizialmente applicata in ambito forense per risolvere casi di omicidio, ha aperto nuove frontiere nella ricerca marina, offrendo agli scienziati uno strumento per capire l’età di questi enormi animali. Un’ipotesi parla che le acque molto gelide, in cui essi abitano, possono avere proprietà anti – invecchiamento unite a un metabolismo molto lento. Gli scienziati stanno ancora esplorando i geni, il cuore e il sistema immunitario per scoprire segreti che potrebbero arricchire la medicina umana. La loro massa può pesare fino 2200 kg. Lo squalo della Groelandia cresce a un ritmo lento e raggiunge la maturità sessuale solo dopo circa 250 anni. Le enormi creature si cibano di carcasse di orsi polari e renne. Il loro contatto con l’ uomo è minimo, per la profondità in cui vivono. Nonostante la pesca praticata dall’ uomo, gli squali continuano ad avere una grande densità di popolazione.

Il challenger deep

il punto più profondo dell’ oceano, esplorato da viaggiatori senza paura, è situato  nella Fossa Delle Marianne.

I mari del mondo hanno una profondità media di circa 3.682 metri, ma in un punto il fondale marino arriva a circa 3 volte questa profondità.  

Questo punto è conosciuto come Challeng Deep, è il punto più profondo dell’ oceano e si trova nella Fossa Delle Marianne nel Pacifico occidentale. La Fossa Delle Marianne si trova a circa 200 miglia nautiche a sud-ovest di Guam, verso l’estremità meridionale della fossa. Il Challeng Deep è chiamato così per celebrare il Challeng Expedition, che nel 1875 per la prima volta ha misurato le profondità della fossa. Questo abisso è suddiviso in 3 parti: i bacini orientale, centrale e occidentale.

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Nel 2021 una ricerca ha affermato che il punto più profondo è situato nel bacino orientale ed è profondo 10.935 m. Il Challeng Deep è stato raggiunto dall’ oceanografo Jaques Piccard e dal tenente della marina Don Walsh nel 1960, loro hanno toccato il fondale marino con un sommergibile della marina negli Stati Uniti. James Cameron nel 2012 è diventato il secondo visitatore del Challeng Deep e il primo esploratore solitario ad arrivarvi. Il Challeng Deep si è formato con un processo chiamato “subduzione”, così come il resto della Fossa Delle Marianne.

Questo ha causato un cedimento del fondale verso la zona Hadal, che prende nome da Ade. Il Challeng Deep è pieno di vita. Cameron ha ripreso immagini di strambi cetrioli di mare traslucidi che non erano mai stati visti. Successive scoperte hanno rilevato che le forme di vita possono essere influenzate dall’ inquinamento. Addirittura una spedizione ha trovato una bottiglia di birra sul fondale marino.

 

Giordana Mannanici

LA REGINA DEGLI ANELLI: LO SPETTACOLO VULCANICO DELL’ ETNA

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Il monte Etna è un vulcano situato sulla costa orientale della Sicilia. A partire da sabato 6 aprile, l’ Etna ha regalato uno spettacolo mozzafiato. Anelli di gas e vapore acqueo si sono sollevati nel cielo. Boris Behncke, vulcanologo dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, ha affermato che l’ Etna è noto per produrre molti anelli di vapore, ma questa volta sta superando tutti i record passati. Gli anelli non sono nocivi e non indicano sempre un’ eruzione imminente. Sono anelli biancastri che si formano per colpa della differenza di temperatura tra il vapore caldo emesso e l’aria fredda che incontra in superficie.

Uno studio fatto dal New York Times dice che la formazione degli anelli avviene in modo simile a come un delfino sott’acqua  soffia anelli di bolle o come una persona  fuma e crea anelli di fumo.

La formazione degli anelli vorticosi vulcanici dipende dalla composizione dei gas all’interno del vulcano e dalla forma dell’apertura del cratere, che favorisce la creazione di questi anelli che si liberano nell’aria. Gli abitanti della zona hanno battezzato il fenomeno sui social media come la “Signora degli Anelli”.

Elisa Sanfilippo- Giuseppe De Salvo- Giordana Mannanici

9 DOMANDE PER CONOSCERE I GATTI.

1) Cosa succede ai gatti domestici? 

I gatti in natura amano stare da soli. La ricerca del cibo li ha fatti avvicinare all'uomo e così sono stati addomesticati.

2)  Come ci si avvicina ad un gatto?

Se vogliamo accarezzare un gatto dobbiamo aspettare che lui si strofini sull’uomo, appena si avvicina lo possiamo accarezzare.

3) Perché alcuni gatti sono più amichevoli di altri?

I gattini maneggiati da piccoli e da più persone, da grandi saranno più amichevoli.

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4) E’ vero che i gatti hanno due nasi?

I gatti hanno due nasi: il primo è quello normale, per annusare le cose. Il secondo, chiamato organo vomeronasale, si apre nel palato  e permette loro di sentire gli odori da lontano. Questo secondo naso è usato per analizzare, in particolare,  i segnali sociali come l’urina lasciata da altri gatti.

5) Perché i gatti chiudono gli occhi a fessura?

Se i gatti mettono gli occhi a fessura vuol dire che si mettono a proprio agio .

6) Perché i gatti si sfregano?

I gatti si sfregano su oggetti, persone e alti animali simili. Tra gatti lo sfregamento indica un rapporto di sottomissione: solitamente a sfregarsi

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sono i gatti più giovani o i meno forti sui più anziani, sui più forti o sulle loro madri. Le gatte femmine si sfregano sui  maschi e si sfregano con gli umani per richiamare attenzione.

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7) Come usano la coda?

La coda è uno strumento di comunicazione molto importante per i gatti. Alzandola verticalmente indica una relazione amichevole, invece se la agita indica che è nervoso e potrebbe anche graffiare chi non lo lascia in pace.

8) Cani e gatti sono così diversi?

I cani sono diversi dai gatti perché sono più socievoli, mentre i gatti no! Quando un cane agita la coda è felice, invece il gatto è nervoso. Entrambi usano una forma di comunicazione basata unicamente sugli odori.

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9) Come sono stati trattati i gatti nella storia?

I gatti nell’antico Egitto erano molto importanti , infatti ucciderli era proibito. Al contempo venivano allevati e dati in sacrificio alle divinità. Nel Medioevo furono perseguitati perché associati alle streghe. Nel 1500 in Spagna entrarono nei menù. Nel XIX secolo sono diventati gli animali domestici che conosciamo oggi.

 

Aurora Messina - Elisa Sanfilippo

IL SUPER POTERE DEI LUPI  MUTANTI                              DI CHERNOBYL.                       “LA RESISTENZA AL CANCRO”.
La ricerca e la scoperta fatta dagli scienziati americani potrebbe  aiutare a prevenire e combattere la malattia del cancro nell’uomo.

La ricerca degli studiosi americani sui lupi mutanti di Chernobyl potrebbe aiutare gli scienziati che si occupano di questo argomento a sconfiggere il cancro sugli umani.

Lo studio guidato dalla dottoressa Cara Love, biologa evoluzionista ed ecotossicologa dell’Università di Princeton negli Stati Uniti, ha fatto emergere che i lupi esposti sotto le radiazioni cancerogene, causate dal disastro accaduto in una centrale nucleare ucraina nel 1986, sarebbero diventati più resistenti al tumore.

L’informazione è stata comunicata all’incontro ufficiale della Society of Integrative and Comparative Biology a Seattle. 

Secondo il gruppo di studiosi, una parte delle notizie sulla genetica dei lupi, sembrano resistenti all’aumento del rischio della malattia. Nonostante le esposizioni a particelle radioattive, gli animali continuano a sopravvivere. Il team di scienziati della dottoressa Love nel 2014 ha visitato la zona radioattiva di Chernobyl e ha inserito dei collari su degli esemplari di lupi, in modo tale da monitorare e calcolare la quantità di radiazioni. Sono stati prelevati anche campioni di sangue per capire la reazione dei loro corpi alle radiazioni responsabili dei tumori. I risultati della ricerca sono stupefacenti. In base alle informazioni a disposizione degli esperti americani, i lupi sono esposti ogni giorno a più di 11,28 millirem di radiazioni: sei volte in più rispetto al limite legale di sicurezza per l’essere umano. La scienziata Cara Love ha attirato l’attenzione sul sistema immunitario degli animali, scoprendo una mutazione uguale a quella dei malati di cancro curati con la radioterapia.

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Ma non solo. L’esperta ha identificato delle parti specifiche dei dati genetici raccolti che sembravano resistenti all’aumento del rischio della malattia. L’esito delle analisi non è ancora stato pubblicato su una rivista scientifica, ma è solo questione di tempo. La ricerca americana è stata rallentata dalla pandemia da Covid-19 e poi dall’attacco dell’Ucraina da parte della Russia, ostacolando la dottoressa Love e ai suoi colleghi di tornare nella CEZ. “La nostra priorità è che le persone ed i collaboratori siano al sicuro” ha detto la scienziata durante l’incontro annuale della Society of Integrative and Comparative Biology a Seattle. In questi ultimi anni si sono moltiplicate le indagini su Chernobyl e sugli effetti del disastro alla centrale nucleare.

 

Ventura Giuliana , Mannanici Giordana, D’Andrea Gianpaolo e De Salvo Giuseppe

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