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CRONACA E APPROFONDIMENTI

Il laboratorio di Wuhan al centro dei complottismi sul nuovo coronavirus

Nella città focolaio dell’epidemia si trova una struttura ad altissima sicurezza. Nel 2017, la rivista Nature raccolse le perplessità di alcuni scienziati sulla sua sicurezza e trasparenza. E questo ha alimentato una serie di bufale e notizie non verificate.

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Tutto ha inizio da Wuhan, la città cinese epicentro dell’epidemia del nuovo coronavirus, l’esistenza di un laboratorio di ricerca di massima sicurezza da cui, sempre secondo alcune tesi che stanno circolando in Rete, sarebbe “sfuggito” il virus letale. Nel 2017 la rivista Nature, in occasione della sua inaugurazione, parlò del rischio di fuoriuscita di agenti patogeni tra i più pericolosi al mondo.

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 Il laboratorio di Wuhan fa parte di un piano di costruzione che prevede la realizzazione tra i cinque e i sette laboratori di biosicurezza di livello 4 (BSL-4) sul territorio cinese entro il 2025. Richard Ebright, un biologo molecolare americano, intervistato da Nature in merito all’affidabilità del laboratorio di Wuhan e dell’intera rete di laboratori  BSL-4 cinesi, aveva detto di avere serie preoccupazioni, facendo ricordare come fosse ormai assodato che il virus della Sars era fuggito dalle strutture di contenimento di alto livello in Cina più volte.

Simone Finocchiaro, Matilde Fontana

CORONAVIRUS, L’ESPERTO AMERICANO DI BIOTERRORISMO: “CREATO IN LABORATORIO, E’ UN’ARMA DA GUERRA BIOLOGICA”.

Il coronavirus è stato creato in un laboratorio a Wuhan e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne è già a conoscenza. Il professore Francis Boyle che nel 1989 ha scritto il Biological Weapons Act, la legge sull’antiterrorismo per le armi biologiche pensa che il Coronavirus o Covid-19 sia un’arma biologica letale fuoriuscito da un laboratorio di massima sicurezza a Wuhan. Il governo cinese all’inizio aveva cercato di coprire il caso, ma adesso sta adottando misure drastiche. Il laboratorio BSL-4 di Wuhan è anche un centro di ricerca dell’OMS, per questo, secondo il prof. l’Organizzazione non poteva non saperlo.

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 La versione ufficiale è stata inoltre contestata da numerosi esperti. Infatti, la rivista The Lancet dichiara che la prima infezione risaliva al primo dicembre e che la prima persona contagiata non era mai stata nei pressi del mercato del pesce.

Flavia Torrisi, Emanuele De Carlo

L'ARCOBALENO DI PACE NEL CIELO DI BERLINO

Per celebrare la caduta del Muro, nel cielo di Berlino sventola un arcobaleno di messaggi di pace, in una bellissima e immensa istallazione.

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Berlino è da un po' di giorni in festa proprio per festeggiare i 30 anni dalla caduta del Muro, avvenuta il 9 novembre del 1989. Tra le tante iniziative organizzate ci sono anche molte mostre d’arte, anche a cielo aperto. L’istallazione che più colpisce è “Visions in motion” dell’artista Patrick Shearn.  Si tratta di un immenso arcobaleno che sorge davanti alla Porta di Brandeburgo, monumento simbolo della città, dove il presidente statunitense parlò alla popolazione di Berlino Ovest chiedendo di abbattere il Muro.

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I cittadini di Berlino hanno partecipato all’installazione dell’arcobaleno di pace. Migliaia di strisce colorate sventolano nel cielo di Berlino, sono messaggi scritti anche dalla gente comune per celebrare la pace e l’unificazione della città. L’istallazione è una gigantesca rete da pesca, che si muove al vento, e simboleggia il desiderio di pace. La rete  sostiene 30 000 messaggi di pace scritti su pezzi di tela. Alcuni dei messaggi che si possono leggere sono: “L’amore vince”, “Rivoluzione”, “Spero che cadano anche i muri nascosti nella testa della gente”.

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Giada Polimeri, Sofia Pappalardo  

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Montalto Manuel

IL MURO DI BERLINO

Alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1949, la Germania fu divisa in due Stati. A est la Repubblica democratica controllata dall’Unione Sovietica e a ovest la Repubblica Federale influenzata dalle potenze occidentali. La città di Berlino rimase così divisa per tanti anni e durante gli anni Cinquanta moltissimi abitanti e famiglie della Germania dell’Est abbandonarono le loro case per trasferirsi nella zona ovest più ricca e democratica.  Tra il 1949 e 1961 scapparono più di due milioni e mezzo di persone, così i dirigenti della Germania Est decisero di fare qualcosa per impedire questi passaggi.

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Così nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961 fu iniziata la costruzione del muro di Berlino e tante famiglie vennero divise. Negli anni che seguirono molte persone tentarono di scavalcare il muro, più di cinque mila ci riuscirono, ma circa 150 furono uccise e altre arrestate.

Nella seconda metà degli anni Ottanta qualcosa cominciò a cambiare, l’Unione Sovietica comunista mostrò segni di crisi e la politica riformatrice di Michail Gorbacev al potere dal 1985 favorì il crollo del muro. A Berlino alla fine di ottobre 1989 migliaia di abitanti manifestarono per le strade chiedendo libertà di stampa e libertà di viaggiare. Nel pomeriggio del 9 novembre il muro venne abbattuto e da quel momento la Germania rimase unita.

Emma Tosto, Viola Sparacio

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L’Australia brucia

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Cosa sta succedendo in Australia? Gli incendi e il cambiamento climatico.

Da qualche mese il cielo australiano è colorato di rosso: colpa degli incendi boschivi. Sono circa 8 milioni di ettari di territorio andati in fiamme. Ad oggi si contano 480 milioni di animali colpiti dagli incendi, tra cui gli uccelli, ma non le rane, gli insetti e i pipistrelli. 
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Sono in corso le evacuazioni  degli abitanti dei luoghi colpiti. In molte città l’aria è diventata irrespirabile e molte persone sono costrette ad indossare le mascherine per proteggersi dalle polveri sottili. Ad aggravare la situazione è l’imminente arrivo della stagione estiva, dunque si sta entrando ora in quello che per noi sarebbe l’equivalente di luglio. Inoltre, da non sottovalutare oggi l’innalzamento della temperatura di 1,5 gradi rispetto agli anni 50, portando in alcune zone a toccare i 50° C.   
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Il cambiamento climatico: cosa centra?

Giorgio Vacchiano, un ricercatore forestale, spiega la dinamica degli incendi e le difficoltà  di intervenire per spegnere le fiamme. La grande differenza fra gli incendi boschivi attuali e quelli avvenuti negli anni precedenti sta principalmente nel modo in cui le fiamme si stanno espandendo soprattutto nelle zone disabitate dell’Australia, quella composta dal Bush, un tipo di vegetazione di arbusti bassi.

Quest’anno, il Paese è stato investito da una siccità particolare e i forti venti stanno facendo propagare le fiamme in modo violento, impedendo ai soccorritori di poter intervenire con mezzi di terra direttamente sulle fiamme. Per spegnere le fiamme è fondamentale intervenire alla base, ma allo stato attuale è quasi impossibile, poiché le fiamme raggiungono anche i 10 metri di altezza e la velocità di 10km/h.

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Ad oggi sono stati arrestati 180 piromani con l’accusa di aver causato gli incendi nel Paese: 24 per aver deliberatamente appiccato il fuoco, 53 denunciati per aver mancato di rispetto delle norme di sicurezza e 47 per aver buttato a terra una sigaretta accesa o un fiammifero.

Gli incendi sarebbero in maggioranza dovuti a cause naturali e non dolosi.

Il cambiamento climatico e politico

Molte accuse sono rivolte alla politica del governo attuale, per come si sta occupando della faccenda, accusando il governo di non aver fatto abbastanza per evitare la catastrofe.
L’Australia ha sottoscritto l’impegno di ridurre le emissioni di carbone, tuttavia il governo attuale ha dato una stretta alle azioni di decarbonizzazione del Paese, infatti l’Australia è uno dei principali esportatori di carbone al mondo.

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 L’interesse delle industrie è elevato, ed è impensabile una loro seria riconversione in favore delle energie sostenibili. Il governo inoltre è accusato di aver ignorato gli allarmi dei climatologi, i quali avevano previsto queste condizioni atmosferiche, mancando di intervenire. Sarebbe stato necessario creare delle linee tagliafuoco, cioè delle zone prive di alberi, all’interno di un bosco che servono ad impedire il propagarsi delle fiamme e a favorire i soccorsi in caso di incendi.

Matilde Fontana, Flavia Torrisi, Simone Finocchiaro, Maria Rita Musumeci
 

IN AUSTRALIA FINALMENTE PIOVE! L’ACQUA DOMA GLI INCENDI E RIPULISCE IL TERRENO

Dopo settimane d’incendi la pioggia dà un po’ di sollievo agli australiani duramente provati dagli incendi. Una boccata d’ossigeno per un Paese piegato in due dai roghi che hanno ucciso persone, migliaia di animali tra canguri e koala. Le tempeste hanno fatto calare le temperature dai 40 gradi fino a 17. A Victoria c’è stata una vera e propria bomba d’acqua come raccontato dalle immagini trasmesse dai media locali. Gli animali adesso, potrebbero rischiare di annegare.
Diego Marcantonio e Manuel Montalto

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DAGLI AEREI LANCIANO CIBO PER GLI ANIMALI AFFAMATI DELL’AUSTRALIA

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Autorità e organizzazioni stanno cercando di aiutare gli animali sopravvissuti dove le fiamme hanno già colpito. Uno dei modi per aiutare gli animali è utilizzare gli aerei per sfamare gli animali. Il governo del Nuovo Galles del Sud, ha iniziato a lanciare cibo, come carote e patate dolci, dagli aerei per marsupiali simili a canguri. Sono già stati lanciati fino a 2.200 kg di verdure per gli animali.

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Questa operazione è stata chiamata: “Operazione Wallaby delle Rocce” per aiutare i marsupiali all’interno dello Stato. Il World Wildlife Fund ha stimato che circa 1,25 miliardi di animali sono morti a causa degli incendi. I Wallaby sono tra gli animali che sono riusciti a sopravvivere agli incendi ma restano senza fonte di alimentazione.

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Le specie animali autoctone verranno monitorate per verificare la salute nella fase post- incendio. Gli animali sterminati includono i preziosi koala e altre specie come canguri, wallaby, scoiattoli volanti, … il wallaby era già a rischio prima ancora degli incendi a causa della distruzione dell’habitat da parte dell’uomo.

Giada Polimeni, Salvo Cannavò

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OWEN COLLEY SALVA GLI ANIMALI DELL’AUSTRALIA

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Owen Colley, un bambino americano, ha deciso di aiutare gli animali australiani raccogliendo fondi costruendo statuette d’argilla create da lui e vendute attraverso il web. Owen è un bambino di sei anni e vive nel Massachusetts (USA) a cui è giunta la notizia degli incendi in Australia dalla mamma Caitlin Colley. Il desiderio del bambino era che un temporale spegnesse l’incendio salvando gli animali. Il padre di Owen è nato in Australia e il figlio si sente australiano anche se ci ha vissuto solo per pochi mesi.

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Owen voleva aiutare gli animali dell’Australia e tornarci non appena sarebbero finiti gli incendi. I koala d’argilla vengono comprati da così tante persone che in sole due settimane la famiglia Colley ha raccolto più di 250.000 dollari che sono stati mandati in Australia. Per fare ognuno dei suoi koala d’argilla Owen ci mette tre o quattro minuti.

Emma Tosto, Chisari Giorgia, Viola Sparacio, Emanuele De Carlo

IN AUSTRALIA: MISSIONE SEGRETA PER SALVARE DAGLI INCENDI 200 PINI PREISTORICI.

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Missione segreta dei vigili del fuoco del Nuovo Galles del Sud per salvare dagli incendi un antico boschetto, i cui antenati risalgono a 200 milioni di anni fa, lo riporta l’emittente televisiva statunitense CNN. Il governo locale ha organizzato questa operazione per la salvezza dei pini preistorici della riserva di Wollemi posti in una posizione segreta all’interno del parco nazionale. Il più antico fossile di questi pini risale a 90 milioni di anni fa. Durante questa operazione la pineta è stata bagnata di liquido ritardante e i vigili del fuoco specializzati si sono fatti scendere da elicotteri e hanno installato per terra un sistema d’irrigazione per proteggere gli alberi dalle fiamme.

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 “Il Wollemi National Park  è l’unico parco al mondo in cui si trovano questi alberi e, con meno di 200 rimasti, sapevamo che dovevamo fare tutto il possibile per salvarli”, ha detto il ministro dell’ambiente del Nuovo Galles del Sud. Questi pini prima che nel 1994 venissero trovati erano considerati estinti. La posizione precisa è tenuta segreta per tutelarli anche da possibili contaminazioni.

Alessandro Messina, Dario Paratore

GLI INCENDI IN AUSTRALIA HANNO SVELATO UN SISTEMA DI ACQUACOLTURA ANTICO 6.600 ANNI FA

Il fuoco che ha colpito l’Australia ha ucciso un miliardo di animali e il territorio ne porterà le ferite ancora per molto lasciando dietro di sé un’arida terra di cenere. “Grazie” al fuoco è tornato alla luce un antichissimo sistema idrico di cui non si conosceva l’esistenza. Le fiamme hanno duramente colpito il Budj Bim National Park, il parco nazionale del vulcano spento Budj Bim patrimonio mondiale dell’UNESCO. 

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Qui viveva il popolo indigeno dei Gunditjmara e il cratere vulcanico era un lago circondato da molti alberi che adesso non esistono più.

Grazie a delle riprese aree gli archeologi hanno individuato quello che 6.600 anni fa era un sistema d’irrigazione creato dagli indigeni. Sono state anche trovate costruzioni in pietra e trappole per le anguille sempre dello stesso periodo. Questo potrebbe essere il primo sistema di acquacoltura al mondo, più antico delle piramidi egizie. I reperti sono sempre stati lì, ma nessuno poteva sapere che nel bosco si nascondeva un patrimonio storico- culturale così importante e vasto. Non appena il pericolo incendi sarà rientrato, verranno analizzati i resti e messi in sicurezza.

Marcello Lanzai

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KOALA E MARSUPIATI FERITI NEGLI INCENDI, PER AIUTARLI SI CUCIONO A MANO PICCOLE SACCHE PER CONTENERLI.

Piccoli oggetti cuciti a mano possono aiutare i koala e gli altri animali marsupiali feriti dagli incendi, che da mesi stanno devastando l’Australia. Per aiutare questi animali è stata attivata una raccolta fondi. Negli ultimi mesi sono morti molti animali tra cui il koala mentre, diverse specie, sono feriti e disidratati e gli abitanti del luogo cercano di aiutarli come possono. 

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 Anche diversi volontari, vigili del fuoco e veterinari stanno cercando in tutti i modi di salvare questi animali indifesi alle prese con una vera e propria devastazione del loro habitat naturale e perennemente a rischio. Inoltre sono stati realizzati guantini per le zampe ferite e dei piccoli sacchetti cuciti a mano. Tutto questo serve a contenere i piccoli animali feriti in modo da poter essere trasportati più facilmente negli ospedali dove vengono poi curati.

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Purtroppo questi ospedali sono ormai al collasso, i piccoli pazienti feriti sono sempre più numerosi, per cui c’è bisogno di aiuto concreto. Per questo motivo è stata realizzata una raccolta fondi a favore del Port Macquarie Koala Hospital, che utilizzerà i soldi raccolti per acquistare e distribuire stazioni automatiche di acqua che aiuteranno i koala e gli altri animali a sopravvivere agli incendi.   

Giorgia Zuccarello, Andrea Litrico

Cosa si sta facendo per aiutare l’Australia?

Il 29 gennaio si è conclusa la maratona raccolta fondi emergenza Australia al numero solidale 45585 del WWF. I contributi raccolti per contrastare l’emergenza incendi, sono diretti al WWF Australia, che sta fornendo una risposta immediata a questa crisi provocata dal dramma degli incendi e si sta assicurando che ci siano piani a lungo termine per ripristinare ciò che è andato perduto.  Nelle prossime settimane si continuerà a lavorare con i partner del WWF che operano nel campo della conservazione nelle aree colpite dagli incendi. Quando gli incendi si placheranno aiuteranno a ripristinare gli habitat per i koala attraverso il piano Due miliardi di alberi per l’Australia per piantare o salvare dai tagli due milioni di alberi entro il 2030. 

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Quali partner per la cura della fauna selvatica stiamo finanziando grazie alle donazioni?

E’ ottima la collaborazione con numerose organizzazioni per il recupero della fauna selvatica degli stati colpiti. Ecco le più importanti:

  • Friends of the koala, Lismore

  • Biolink: eseguono rilevamenti nelle foreste bruciate con l’obiettivo di rintracciare koala sopravvissuti.

  • Ecological Australia

  • Wildcare

  • RSPCA Queensland

  • OWAD koala Detection Dogs: cani addestarti Taz e Missy stanno lavorando nelle foreste colpite dagli incendi. Il loro obiettivo è trovare i koala sopravvissuti agli incendi per sfamarli, idratarli e curarli.

  • Kangaroo Island Land for Wildlife: fornisce rifugi sicuri per piante e animali, migliorando il loro habitat.

  • Australian Wildlife Health Centre è il principale ospedale per animali selvatici che fornisce cure veterinarie d’emergenza.

  • Native Animal Rescue: lavora con la fauna selvatica malata, ferita, orfana o che ha perso il proprio habitat. Diverse persone aiutano e si stanno prendendo cura di tanti animali direttamente nelle proprie case per fornirgli immediate cure e tenerli al sicuro.

  • Bonorong Wildlife Sanctuary è il più grande servizio di salvataggio della fauna selvatica presente in tutta la Tasmania. Gestito dalla comunità locale fornisce cure alle centinaia di animali salvati ogni anno.

Quali sono i piani a lungo termine?

La devastazione è senza precedenti e il lavoro di recupero che ci attende è immenso. Ecco perché il WWF Australia chiede un sostegno globale per la creazione di un fondo per il recupero della fauna selvatica e della natura.

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Manuel Montalto, Diego Marcantonio, Alfio Cristaudo, Giuseppe Surleti

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