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L’ARMA DEI CARABINIERI

Intervista a Corrado Marcì, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Trecastagni.

"LA NOSTRA LIBERTA’ FINISCE QUANDO INIZIA QUELLA DEGLI ALTRI"

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Trecastagni, 20 febbraio 2020 -

La redazione del Giornalino dell’I.C. Ercole Patti di Trecastagni ha intervistato il comandante Marcì che ha svelato tante curiosità, fornendo  informazioni relative all’ Arma dei Carabinieri. 
 

L’Arma dei Carabinieri è la quarta Forza Armata del Paese, insieme all’ Esercito, alla Marina Militare, all’Aeronautica Militare. Nasce il 13 luglio 1814, con una legge di Vittorio Emanuele I di Savoia che istituì il Corpo dei Carabinieri Reali. 

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Si trattava di unità militari con compiti di polizia, reparti molto selezionati. Inizialmente erano le “guardie del re” ed erano a cavallo, il mezzo di trasporto, a quei tempi, più nobile. "Carabinieri" deriva dalla parola "carabina" che era l’arma utilizzata in quel periodo.
 

Tante cose sono cambiate da allora ma ciò che resta è lo spirito di servizio e il senso del dovere che caratterizza i carabinieri che sono in servizio perennemente. Sono sempre disponibili ad intervenire e ad aiutare gli altri anche senza divisa. Tutti i comandi sono collegati in un sistema piramidale, in cui in alto è posto il Comando Generale e in basso le Stazioni dei Carabinieri che in tutt’ Italia sono circa cinquemila. Ci sono comandi provinciali, regionali e poi interregionali.  Il comandante ha spiegato che in qualità di Forza Armata esistono diversi compiti di cui si occupano: difendere la Patria, supportare le organizzazioni della Protezione Civile, partecipare alle missioni di pace anche all’Estero. 

 Invece in qualità di Forza di Polizia, i carabinieri sono impegnati nell’ordine e nella sicurezza pubblica, e ci sono dei reparti speciali. Tra i diversi reparti dell’Arma ricordiamo: i corazzieri, i paracadutisti, i subacquei, i cinofili, i N.A.S. specializzati nella tutela della salute pubblica, i N.O.A.M. si occupano di falsificazione di monete e banconote, i G.I.S sono gruppi d’intervento speciale, i RA.C.I.S sono gruppi d’investigazione scientifiche, …
I carabinieri hanno diversi ruoli (ufficiali, ispettori, sovrintendenti, appuntati e carabinieri) e diversi gradi che sono distinguibili attraverso “mostrine”, fregi e alamari apposti sulle uniformi. Sul cappello è presente un simbolo che indica una granata e la fiamma dell’esplosione. 

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Il comandante ha precisato che per entrare a far parte dei carabinieri è importante essere in possesso, almeno, di un diploma di scuola secondaria. I carabinieri devono studiare ed essere preparati per affrontare le diverse situazioni e anche per salire di grado. Tra le tante curiosità degli alunni, il comandante ha chiarito che anche i carabinieri devono ovviamente rispettare le leggi stradali, seppur con delle deroghe, per esempio esclusi gli spostamenti logistici, i carabinieri non devono mettere la cintura di sicurezza per mantenere prontezza d’intervento. Qualcuno ha chiesto che strumenti utilizzano per le loro indagini. Nei casi più particolari si fa l’analisi del DNA (con mozziconi di sigarette o bicchieri usati), si fanno accertamenti tecnici come l’uso di telecamere, impronte digitali, testimonianze e si cercano indizi vari. Negli interrogatori si cercano le “contraddizioni”, ma soprattutto ci si basa su dati “oggettivi”. 

 Si è parlato del pericolo che incombe sulla Sicilia: la mentalità mafiosa, il farsi i fatti propri, non rispettare la legge, e assumere un atteggiamento omertoso. Il comandante dichiara che questo pericolo può essere sconfitto iniziando a rispettare tutti la Legge, facendo diventare questo atteggiamento una vera forza! 

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Comandante, ma non avete paura?

Certamente..., ma è il nostro lavoro!!

 Ancora una domanda, si chiede al comandante se anche loro hanno paura ... La risposta è: “sì certamente, è normale avere paura, ma questa non ci ferma!” 
L’intervista termina con una visita a sorpresa, dell’auto di pattuglia.

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La redazione, con il contributo di Marcello Lanza e Giada Polimeni

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L’INTERVISTA AGLI ALLENATORI DEL CALCIO A 5

Il 06 febbraio 2020 gli allenatori sono venuti a scuola per un’intervista che parlava dello sport. Nella biblioteca della scuola primaria di Trecastagni abbiamo fatto molte domande, per esempio “tante volte in televisione vediamo violenza negli stadi”. Abbiamo imparato che è molto importante fare sport perché non aiuta solo a migliorare il fisico ma anche a socializzare con altre persone. Abbiamo anche imparato che le competizioni sono molto importanti, ma non si deve mettere in cattiva luce il compagno.

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 Inoltre abbiamo capito che calcio a 5 vuol dire cinque giocatori sempre con le riserve con regole simili al calcio a 11. In quest’associazione di Viagrande si può iniziare a giocare verso i quattro anni, fino ai trentacinque.

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Si fanno competizioni regionali con squadre della propria regione e competizioni nazionali, gareggiando con squadre da tutta la nazione e gare internazionali in cui ci si scontra con squadre da tutto il mondo. Le ragazze giocano in squadra con i ragazzi, in squadre miste fino ai 13 anni, oltre a quest’età si devono organizzare in squadre femminili.

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Dario Paratore, Alessandro Messina

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