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Da quest’anno tutti gli alunni della scuola primaria potranno scrivere una lettera allo psicologo della scuola, per esprimere i propri dubbi e le proprie domande, e ricevere una risposta nella rubrica “L’esperto risponde”. Ci si può riferire anche ai seguenti argomenti:
L’importanza dello sport; le relazioni a casa e a scuola; come sviluppare una mentalità ecologica; le relazioni nell’era dei social e dei videogiochi; come affrontare la paura della guerra nel mondo; bullismo e cyberbullismo; imparare “la felicità” e conoscere le proprie emozioni, ...

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Lettera per lo Psicologo
Caro Dottore io non voglio un consiglio voglio solo dirti che da quando sei venuto in classe siamo più uniti e sono felicissima, a ricreazione ci siamo messi in cerchio a giocare ovviamente dopo aver mangiato. Mi sono divertita a giocare con i miei compagni e abbiamo deciso che ogni martedì mangeremo insieme un dolce portato da qualcuno. La ringrazio per averci fatto pensare al passato e farci ricordare che siamo fratelli. A nome di tutti anche se non lo sanno la ringrazio.
Cordiali saluti


Anonimo

Cara alunna sono io che ringrazio te per la lettera straordinaria che hai scritto a nome tuo e della tua classe. Sono certo che hai espresso dei sentimenti che provano anche i tuoi compagni e ti dico inoltre che il merito di aver ritrovato gioia e serenità in classe è solo vostro perché avete  tutti dimostrato di voler affrontare i problemi che da tanto tempo  disturbavano le relazioni tra di voi semplicemente parlandone con sincerità ed usando la vostra sensibilità. Faccio i complimenti a tutta la classe che “unita” con coraggio ha fortemente desiderato migliorare il clima affettivo all’interno del gruppo. Avete fatto bene a rispondere all’Amaro dei conflitti e dei litigi con il Dolce della condivisione e del gioco ricreativo. Bravissimi tutti.. continuate così….   


Dott. Andrea Paratore

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Salve sono un alunno di 5ª A. Non riesco a difendermi con i miei compagni: “io vorrei avere amici, ma se mi difendessi, tutta la classe mi odierebbe, non so cosa fare e mi lascio torturare dai miei compagni, vorrei provare a essere loro amico..


Anonimo

Caro alunno ti ringrazio per la lettera che hai scritto perché con coraggio hai esposto un problema che purtroppo è molto diffuso a scuola, ovvero il sentirsi soli all’interno del gruppo-classe. Il fatto stesso che desideri avere amici mi fa pensare che sei un ragazzo sensibile e socievole e queste sono grandi qualità che dovresti  continuare a mantenere e coltivare per crescere nel migliore dei modi. Non ritengo però opportuno farsi “torturare” come dici tu dai tuoi compagni e rivolgerti invece alle tue insegnanti che possono affrontare questi problemi insieme a tutta la classe. Il dialogo, l’ascolto e il rispetto per tutti anche se non sono materie scolastiche devono essere argomenti fondamentali da trattare con gli studenti perché li aiutano a pensare e a rendersi consapevoli e responsabili dei loro comportamenti. Ti invito quindi a non subire più torti e a chiedere alla classe di impegnarsi di più a risolvere i problemi di relazione tra i compagni. Non temere perché non sei tu che sbagli!


Dott. Andrea Paratore

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I videogiochi possono causare malattie?

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Anonimo

Caro/a alunno/a ti ringrazio tanto per la domanda che hai formulato. Questo argomento mi sta molto a cuore perché l’uso dei videogiochi è estremamente diffuso tra i ragazzi e i rischi e i pericoli per la loro salute fisica e mentale sono tantissimi. Ti dico subito che se usati male i videogiochi possono essere molto dannosi per la salute, e questo dipende da tanti fattori: innanzitutto da quanto tempo si dedica ai dispositivi elettronici (console, pc, Tablet, smartphone, etc), in secondo luogo dal tipo di videogioco o attività virtuale che dovrebbe essere adeguata per contenuti all’età dei ragazzi ed infine la necessità di svolgere altre attività ludico-ricreative oltre i videogiochi (Sport, gruppi extra-scolastici, feste, giochi di movimento all’aria aperta, cinema, teatro, musica e attività culturali ).

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Dott. Andrea Paratore

C’è una ragazza che mi da fastidio perché non lo so, provo a ignorarla ma non serve a niente..

Anonimo

Cara/o alunna/o  grazie per aver scritto, la tua lettera è molto tenera perché mi sembra di capire che vorresti conoscere le ragioni che spingono la tua compagna a darti fastidio. Hai ragione, a volte l’indifferenza non serve a nulla, quindi occorre cambiare strategia. Mi chiedo se hai già provato a chiedere direttamente a lei spiegazioni sul suo comportamento scorretto o a qualche altra compagna di classe o magari potresti parlarne con qualche maestra. Molte volte il silenzio peggiora la situazione tra le persone che invece di chiarire e risolvere i conflitti scelgono di non affrontare la situazione. Ti consiglio quindi di smettere di ignorare e provare invece a conoscere e vivere le tue relazioni in classe in modo più aperto e fiducioso.

Dott. Andrea Paratore

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Ciao io ho un problema perché mi arrabbio spesso quindi non so come fare, quindi è un po’ brutto…se mi puoi aiutare..

Anonimo

Cara/o alunna/o grazie per la tua lettera che anche se è di poche parole affronta una questione molto importante e complessa: la necessità di imparare a saper controllare le nostre emozioni più intense come la rabbia e la frustrazione. Ti dico subito che questo problema riguarda non solo i bambini ma anche gli adulti che spesso offrono cattivi esempi ai più piccoli. Apprezzo molto la tua capacità di riflettere su un aspetto negativo del tuo carattere e ciò significa che vorresti migliorare in questo per avere buoni rapporti con gli altri. Credo che avrai già capito che esprimere rabbia con aggressività e violenza peggiora sempre le relazioni tra le persone perché i sentimenti negativi sono molto più contagiosi di quelli positivi. Ti consiglio di iniziare a comprendere, volta per volta, i reali motivi che provocano in te sentimenti così intensi e magari prima di agire o reagire prova a parlarne con qualcuno di cui ti fidi; già questo può essere sufficiente a ridurre il livello di rabbia.

Dott. Andrea Paratore

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Come affrontare la guerra nel mondo senza paura ?

Anonimo

Cara/o alunna/o grazie per la tua domanda che coinvolge noi tutti, grandi e piccoli, che abitiamo questo stupendo pianeta. Le guerre purtroppo sono sempre esistite fin da quando è comparso l’uomo sulla terra e hanno avuto sempre terribili conseguenze per la maggior parte di persone coinvolte. Purtroppo molto spesso le guerre hanno motivazioni economiche e qualche volta religiose ma non hanno mai portato nulla di buono, anzi sempre gravi conseguenze per chi le subisce. Ti dico per certo che tutti hanno paura della guerra, grandi e piccoli, senza eccezioni, perché qualunque sia il motivo che fa scoppiare una guerra le persone si sentono impotenti e vittime di decisioni che pochi uomini di potere decidono per loro; non sanno che ogni stato o nazione dovrebbe avere  un “esercito di costruttori di Pace” anzi che solo eserciti militari. Il più grande costruttore di pace si chiamava Gandhi ed ha esortato tutto il mondo ad usare la non-violenza per vincere le battaglie; purtroppo al mondo sono pochi coloro che hanno scelto di seguire il suo esempio.

Dott. Andrea Paratore

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Perchè i preti non possono sposarsi?

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Anonimo

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Nella tradizione cristiana non è stato sempre così. Pietro, il primo Papa, era sposato. Infatti c’è un passo del Vangelo in cui si racconta che sua suocera era malata e Gesù, entrando in casa sua, ha compiuto il miracolo di guarirla. E se il Vangelo dice che Pietro aveva una suocera, vuol dire che aveva anche una moglie. A quel tempo non era affatto strano. Poi con il passare dei secoli le cose sono cambiate. Ci si è resi conto che un prete non sposato era più disponibile per la comunità cristiana che gli era stata affidata, proprio perché non avendo famiglia era più libero. Anche di viaggiare, se occorreva, e di cambiare città “su due piedi” per dedicarsi a una nuova comunità, lì dove c’era bisogno. Il celibato dei preti è una norma della Chiesa e resterà sempre un segno importante. Decidere di aprire le braccia a tutti, senza chiuderle su una persona in particolare, è un dono immenso.

Insegnante Maria Mangiagli

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