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Cronaca e Approfondimenti

LA TERRA TREMA, L'ETNA FA PAURA

Nella notte del 26/12/2018 alle ore 03;19 di notte varie zone della Sicilia sono state colpite da un forte terremoto di magnitudo 4.8 con epicentro tra Viagrande e Trecastagni. I maggiori danni sono stati a Fleri, Zafferana Etnea e Santa Venerina. Molta gente ha dovuto abbandonare la propria casa a causa dei danni riscontrati. 

Ma perché ci sono i terremoti?

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Flavia Catalano, Silvia La Rosa

Ce lo spiega la teoria della tettonica a zolle o tettonica a placche, elaborata nel 1912 dallo scienziato tedesco Wegener. La teoria spiega che la parte superiore della Terra è divisa in due parti. 

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 La Litosfera è lo strato superiore, più rigida e spessa 100 km. Lo strato sottostante è l’ Astenosfera “soffice e morbide, si espande fino a 700 km di profondità.

La Litosfera, poi è suddivisa in placche che non sono ferme ma si spostano di circa 2-10 cm all’anno. I terremoti avvengono soprattutto dove d’incontra una placca con l’altra. Di solito il movimento delle placche è lento e impercettibile.

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 Allo stesso tempo in alcuni momenti a causa delle forze interne tra le masse rocciose questo movimento avviene in modo improvviso, sviluppando così un terremoto la cui potenza viene calcolata usando una scala di misura.

Silvia La Rosa, Catalano Flavia

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Ma qual è la differenza tra questi due tipi di misurazione?

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Silvia La Rosa, Flavia Catalano

                                                      SCALA MERCALLI

 

La scala che prende il nome dal sismologo Giuseppe Mercalli misura l'intensità di un terremoto in base agli effetti distruttivi visibili su edifici e persone: maggiori sono i danni e le vittime, maggiore sarà il valore nella scala (scandita in numeri romani):

I Scossa impercettibile (solo gli strumenti riescono ad avvertirla)

II Scossa molto leggera (in pochi percepiscono la scossa)

III Scossa leggera (si avvertono leggere vibrazioni)

IV Scossa moderata (molti la sentono e gli oggetti in alto oscillano)

V Scossa piuttosto forte (avvertita da persone e caduta di oggetti)

VI Scossa forte (qualche crepa e tutti avvertono il sisma)

VII Scossa molto forte (anche le persone addormentate riescono a sentirla)

VIII Scossa rovinosa (parziale distruzione di paesi ed edifici)

IX Scossa distruttiva (distruzione di edifici e case in gran numero)

X Scossa completamente distruttiva  (rovina totale di paesi e grossi edifici)

                                                                             SCALA RICHTER

 

La scala Richter invece è un sistema di misurazione più oggettivo, basato sul calcolo dell'ampiezza delle oscillazioni del suolo rilevate dai sismografi; ciò mostra quanta forza è stata sprigionata dal terremoto.

L'intensità di un sisma, nella scala Richter si misura in magnitudo:

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0- 1,9: Può essere registrato solo mediante adeguati apparecchi.

2- 2,9: Solo chi è sdraiato avverte la scossa e i pendoli oscillano.

3- 3,9: Vibrazioni piuttosto forti.

4- 4,9: Viene avvertito da molti; un pendolo si muove notevolmente; bicchieri e piatti tintinnano; piccoli danni.

5- 5,9: Tutti lo sentono, i muri si crepano e gli edifici più pericolanti subiscono crolli.

6- 6,9: Crollo delle case; rischio maremoto; popolazione in pericolo.

7- 7,9: Panico; pericolo di morte negli edifici, i quali crollano nella maggior parte

8- 8,9: Ovunque pericolo di morte; edifici inagibili. In mare le onde sono alte fino a 40 metri.

9- 9,9: Totale allagamento dei territori in questione o spostamento delle terre e numerosissimi morti. Popolazione fortemente colpita.

10 o più: Apocalisse; spaccature della Terra, totale distruzione di strutture artificiali e formazione di maremoti (tale categoria è solo teorica: non esistono faglie abbastanza lunghe da provocare un sisma così energetico).

Per avere un quadro più completo  la combinazione delle due scale può aiutarci. Anche se per una misurazione scientifica sarebbe meglio affidarsi alla scala Richter: se un forte sisma si verificasse infatti nel deserto, i valori Mercalli sarebbero bassi, ma la magnitudo sarebbe lo stesso alta

La storia di “Fiocco di Neve” che ha commosso il mondo...

Un anno dopo…

Il suo vero nome è Fuman e ha 9 anni, lo scorso anno la sua storia era su tutti i Social per aver percorso ogni giorno 4,5 Km a piedi pur di andare a scuola.

Lo scorso gennaio Weng Fuman era improvvisamente diventato “virale” in tutto il mondo. A causa di una fotografia che lo ritraeva con i capelli ghiacciati dopo aver percorso 4,5 km a piedi nel suo paese nello Yunnan, in Cina, per andare a scuola dove gli davano pane e latte per riscaldarsi. In Cina era diventato il simbolo dei bambini che vengono “lasciati indietro” in una società distratta dalla ricchezza. Lui desiderava andare a scuola perché aveva un sogno, da grande voleva fare il poliziotto per catturare i cattivi.

Fu così organizzata una raccolta fondi per istallare i riscaldamenti a scuola.

Fuman, oggi racconta di essersi trasferito con la famiglia a 10 minuti dalla scuola  –Rispetto alla vecchia casa con i muri di fango ora vivo in buone condizioni.

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Nella scuola è stato anche possibile costruire dei dormitori per i bambini che vivono lontano ma vogliono frequentare la scuola.

La storia di Fuman è un esempio positivo di cosa è possibile fare con i mezzi di comunicazione.

Spampinato Giada

Giada Spampinato

La stella di Andra e Tati

In occasione della giornata mondiale in ricordo della Shoah, abbiamo guardato un film dal titolo “La stella di Andra e Tati”, due sorelline ebree deportate al campo di concentramento di Auschwitz. Andra e Tati, in quel periodo vivevano con la loro mamma e la loro nonna, ma senza il papà, perché egli era partito come soldato davanti la Seconda guerra mondiale. Nella loro città erano appesi dappertutto cartelloni nei quali era scritto << Vietato l’ingresso agli ebrei >> ciò significava che ormai anche fare la spesa era molto problematico per le famiglie ebree. Una notte mentre Andra e Tati dormivano profondamente, alcuni soldati tedeschi entrarono di colpo in casa per deportare la famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz. Le sorelline sobbalzarono e si strinsero forte, spaventate. Improvvisamente la loro mamma entrò nella camera e disse, cercando di non trasmettere alle bambine la sua tensione, preoccupazione e soprattutto la sua paura:<<Venite bambine, dobbiamo andare via >> e mentre la mamma le veste velocemente Andra e Tati continuavano a ripetere :<<mamma, ho paura >> << anch’io, mamma>> <<abbiamo paura >> la mamma cercando di rassicurarle con dolcezza, ma in realtà anche in lei era presente molta paura. I soldati maltrattavano la mamma scaraventandola sul pavimento più volte e alla fine tutta la famiglia fu trasportata sul treno merci. Il viaggio verso il campo di concentramento fu lungo e ad Andra e Tati sembrò infinito e non capivano cosa stesse succedendo né dove le stessero conducendo.

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Daniele Coco

La nonna e la mamma provavano continuamente a consolare le bambine, ma sapevano che prima o poi si sarebbero dovute separare. Arrivate ad Auschwitz, Andra e Tati, ancora insieme alla loro mamma, furono costrette a farsi tatuare un numero sul braccio: da quel momento in poi nessuno avrebbe più pronunciato i loro nomi e la loro identità sarebbe stata pronunciata da quel numero. Quando la famiglia fu divisa, le due sorelline provarono molto dolore e la mamma scoppiò in lacrime. Le due sorelline furono condotte in un alloggio destinato a tutti i bambini ebrei, mentre la mamma e la nonna furono portare in un altro. Per non farsi dimenticare, ogni sera la mamma raggiungeva con difficoltà Andra e Tati e dava loro un bacio della buonanotte per rassicurarle. Passavano i mesi e le due sorelline cercavano di abituarsi, nonostante le cattive e crudeli condizioni. Nel frattempo molti bambini che condividevano la loro sorte non tornavano più nelle baracche perché venivano uccisi. Un giorno qualcosa di strano accadde in quel luogo tanto silenzioso: scoppiò un incendio nel campo di concentramento e tutti i soldati tedeschi scapparono via, mentre i detenuti dovettero restare lì dov’erano. L’indomani mattina fu liberata una piccola, piccolissima parte di detenuti e fu portata, tramite un treno, in una città civilizzata con parchi e giardini in quantità. Tra questi c’erano anche Andra e Tati e lì vissero il periodo più piacevole della loro vita. Furono accudite da una specie di tata fin quando, un giorno ella chiese loro, mostrando una fotografia: “Riconoscete queste due persone?”. Le sorelline rifletterono a lungo prima di rispondere, ma poi esclamarono: “Ma sì!! Questi sono mamma e papà!”. Il volto della tata si illuminò ed esclamò: “Sono contentissima per voi! Vi stanno cercando da tempo, vi riporterò da loro.” Le sorelline furono condotte dalla loro mamma e dal loro papà che, nel frattempo era tornato dalla guerra, e appena li videro non li abbracciarono subito. Dopo così tanto tempo, Andra e Tati non riconobbero subito i propri genitori, ma dopo un po’… li abbracciarono fortissimo e tutta la famiglia scoppiò in lacrime di gioia promettendo l’un all’altro che non si sarebbero più separati.

Vittoria Leonardi

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Guardando il film “LA STELLA DI ANDRA E TATI” ho imparato che la vita può avere anche molte imperfezioni, ma che va comunque rispettata. Mi ha insegnato, anche, ad avere rispetto del prossimo e che tutte le persone vanno sempre aiutate; non come hanno fatto i tedeschi tanti anni fa.  

  Matilde Fontana 4B

 

Io sono molto triste per gli ebrei che sono morti. Secondo me i bambini che si sono separati dai loro familiari erano molto tristi e dispiaciuti.

Io non vorrei mai essere al loro posto

Irene Di Legami 4 A

 

Guardare questo film mi ha commosso perché, nonostante tutto, le protagoniste Andra e Tati sono riuscite a superare tante difficoltà, persino la mancanza dei genitori con forza, legame e armonia.

5A  Gaglianesi

 

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Questo film mi ha fatto riflettere sul fatto che i tedeschi sono stati terribilmente crudeli con gli ebrei. La gente di oggi immagina cosa provavano gli ebrei, ma non può mai capire quanta sofferenza era presente nei loro cuori. Donne, bambini, anziani e uomini ebrei, in un momento qualsiasi della loro vita, venivano deportati dalla loro casa e vedevano cambiare il loro destino. Nei treni merce loro non potevano immaginare cosa li attendesse, ma non appena arrivavano nei campi di concentramento apprendevano che lì avrebbero dovuto sopportare il peggio. , secondo me, però tutto ciò non sarebbe mai dovuto accadere e gli ebrei non avrebbero dovuto sopportare proprio niente. Inoltre il fatto che tatuavano loro dei numeri che cancellavano la loro identità e che, dal momento in cui entravano nei campi, i loro nomi non sarebbero serviti più, mi rattrista terribilmente. Nei campi di concentramento di Auschwitz furono deportati 20.000 bambini e di questi solamente 50 riuscirono a salvarsi.

Vittoria Leonardi

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Questo film che ho visto mi ha colpito molto, perché secondo me non si devono trattare male così tante persone!      

Sciacca Lorenzo

 

Questo film mi ha emozionata tanto, soprattutto, quando Andra e Tati hanno ritrovato la mamma.

Benedetta Ottimofiore 4B

 

 

Io penso che non si possono uccidere migliaia di persone solo perché sono ebree, sono sempre esseri umani, persone come noi.

Questo non dovrebbe accadere mai!

 

 

Quando ho ascoltato la storia di Andra e Tati-, una lacrima mi ha accarezzato il viso, pensando a cosa hanno dovuto sopportare Andra e Tati, ma anche le altre persone lì, inizio a rabbrividire.  Andra e Tati sono le protagoniste e anche le salvatrici della loro storia, e ne inizia tristemente, ma ha un lieto fine!

Flavia Catalano

 

Lorenzo Sciacca

PER NON DIMENTICARE 
di Germana Bruno

Voglio narrarti una storia assai brutta,
te la racconto perché è importante,
voglio che tu la conosca tutta
per non dimenticarla neanche da grande.

C’erano mamme, c’erano bambini,
c’erano vecchi, c’erano malati,
e a tutti quanti cambiarono i destini,
persone malvagie, miseri esaltati.

Andavano dietro ad una mente pazza,
che vaneggiava su di una pura razza
e, come fossero rifiuti e sudiciume,
trattavano preziose vite umane.

Spero che tu ne colga la morale
per inventarne un’altra con diverso finale,
che sia più lieto, che sia più giusto,
e che non lasci questo disgusto,
ma che dia a tutti la voglia di fare
perché non si ripeta, non certo per dimenticare.

Secondo me tutti gli esseri umani sono uguali.

Non importa se uno è di una razza e una è di un’ altra.

I tedeschi hanno fatto una cosa sbagliatissima, perché loro sono uguali agli ebrei . Non si deve mai dimenticare ciò che è successo tanto tempo fa per questo si celebra la giornata della memoria.

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5 Febbraio

la Festa di Sant'Agata

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Antichissime sono le origini  della venerazione della Santa, patrona di Catania, si vuole far risalire al 252 nonché epoca del martirio della giovane Agata.

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La festa di sant’ Agata è stata dichiarata  Patrimonio dell’ Unesco come bene Etno-antropologico della città di Catania nel 2005. Sant’Agata è la terza festività più importante al mondo. La festa di Sant’Agata viene celebrata tra il 3-5 febbraio e viene chiusa per l’ ottava (12 febbraio) . 

La carrozza del Senato

Carola Dolcemascolo

Le ‘ntuppatedde tradizione della libertà femminile.

Esse sfilano per le strade di Catania nel periodo della festa di sant’Agata (le ‘ntuppatedde hanno origini antiche). Un tempo, durante la festa le ‘ntuppateddele, donne provenienti da Catania (donne nubili o sposate ) si mostravano in giro  col viso coperto per non farsi vedere. Danzavano e rallegravano la città approfittando di questi due giorni di festa, il 4 e il 5 febbraio, per uscire da sole.

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 L’usanza proviene dal 1963 ,quando il mantello fu vietato e sostituito prima da un cappuccio, e oggi da un velo bianco che permette alla gente di vederle in viso. E' con sorrisi e allegria che regalano ogni anno alla folla, ai devoti, ma soprattutto a loro stesse momenti di svago. Le n'tuppatedde rappresentano la libertà femminile non solo durante la festa ma tutto l'anno e sono il  simbolo del sacrificio compiuto da Agata che non si piegò al volere di un uomo.

Carola Dolcemascolo, Giada Spampinato Matilde Fontana.   

L'origine delle "candelore"

I primi avvenimenti della festa di Sant’ Agata sono organizzati per giorno 3, dedicato alle offerte della cera a Sant’  Agata .

È un’ antica tradizione che veniva eseguita attraverso una processione di ceri che venivano utilizzati per illuminare l’ altare della cattedrale. Questo rito viene nominato pure” processione delle luminarie.”

Queste candele dopo secoli sono state rimpiazzate dalle “candelore” (dette anche cannalori a ceri di Sant’ Agata ). In passato si usavano fino a 28 candelore, oggi i ceri sono 13 e 2  sono stati ammessi negli ultimi anni .

Le 13 candelore raffigurano le corporazioni delle arti e dei mestieri di Catania, le altre due corrispondono a donazioni di personalità o di alcuni quartieri .

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Queste sono le 13 candelore della festa .
Cereo di Monsignor Ventimiglia o di Sant’ Aita .
Cereo dei ritorni.
Cereo dei “Giardinera a artofrutticoli” (giardinieri e fiorai)
Cereo dei “Risciai” (pescivendoli)
Cereo dei “Fruttaiola”(fruttivendoli)

Cereo dei “Chionchieri”(macellai)
Cereo dei “Pastai”(produttori di pasta)
Cereo dei “Pizzicaglioli” (venditori di formaggi e salumi)
Cereo dei “Ranniteri”(panificatori)
Cereo dei “Putinari o bettolieri” (vinaioli)

Cereo del “Circolo Sant’Agata”

Cereo del “Villaggio Sant’Agata”

Cereo dei “Mastri artigiani”

Il corteo delle candelore avviene dopo la mezzanotte con una caratteristica andatura detta “annacata”. Il percorso delle candelore va dalla chiesa di Sant’Agata alla chiesa di San Biagio della la “fornace”.

Leonardo Fumei

L’incredibile storia di Grace 

la bimba con un gatto speciale...

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Emanuele Malò, Matilde Privitera

Thula  una semplice gatta, è riuscita a far aprire il mondo Iris Grace una bambina autistica.

Iris non voleva saperne delle altre persone.

Passava le giornate a pitturare, isolata dal resto del mondo. Il contatto con gli altri bambini la faceva innervosire e le faceva venire  crisi di panico.

Poi è arrivata Thula una gatta che è riuscita a creare un legame emotivo con la bambina.

La gatta la seguiva sempre anche quando la bambina faceva un bagno in piscina.

Da quando la gatta è entrata nella vita di Iris Grace la bambina è più spigliata e allegra e riesce meglio a comunicare con le altre persone.

Quando Iris dipinge e la gatta le è accanto, accade come una magia i suoi dipinti sono straordinari e Angelina Jolie ne ha voluto comprare uno.

Matilde Privitera e Malò Emanuele.

LA SINDROME DEGLI HIKIKOMORI 

LE RELAZIONI NELL'ERA DEI SOCIAL...        

In Italia sono sempre di più gli “hikikomori”: giovani  che smettono di andare a scuola, non escono di casa a volte nemmeno dalla loro stanza, rifiutano i contatti con gli amici, insegnanti e parenti. In altre parole si isolano come suggerisce il termine giapponese “stare in disparte”.

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 E’ ancora presto per avere un quadro completo, alcune stime riportano almeno 100.000 casi.  Quel che si sa è che gli hikikomori vivono più a nord che a sud. Hanno un’età che va dai 14 ai 20 anni e sono per lo più maschi. Molto spesso dietro la sindrome degli hikikomori ci sono gravi episodi di BULLISMO, oppure la dipendenza da INTERNET, ma anche il fatto di prendere l’ambiente scolastico in modo negativo.

Molto spesso gli hikikomori sono ragazzi abbastanza sensibili. Questa sindrome ci fa capire quanto siano importanti i contatti con gli amici, il fatto di saper combattere il bullismo e la capacità di saper gestire la propria passione per Internet. Anche gli spazi aperti, il contatto con la natura e il trascorrere del tempo sotto il sole aiutano a combattere la sindrome degli “Hikikomori”.

Alice Caruso, Silvia La Rosa, Flavia Catalano

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Da un sondaggio del 2016 emergono i seguenti dati

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                               SUPER TERRA

Eccezionale scoperta da parte di una “cacciatrice” italiana di pianeti

Una super Terra, un pianeta roccioso e dalla massa sette volte maggiore rispetto a quella della Terra, è stato scoperto intorno a una stella distante 26 anni luce.

 A fare questa scoperta è stata l’italiana Laura Affer, dell’Osservatorio di Palermo dell’Istituto nazionale di astrofisica e responsabile del programma Hades (HaEPS-N Red Dwarf Exoplanet Survey), un lavoro di squadra italo-spagnolo che da tempo è alla ricerca di pianeti extrasolari. La scoperta è in pubblicazione sulla rivista Astronomy e Astrophysics ed è la terza di una super Terra fatta da Affer.

 

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La  scoperta è stata fatta dopo quattro anni di osservazioni della stella, e le ricerche sono state condotte con lo spettrografo ad alta risoluzione. Per quanto riguarda l’individuazione del pianeta, che gira attorno a una distanza di 10 volte meno rispetto a quello fra la Terra e il Sole, invece è stata utilizzata la tecnica della misura della velocità radiale della stella.  

  

Carola Dolcemascolo, Francesco Grasso

 Il pianeta, chiamato GI 686B,  ruota intorno alla stella nana rossa  GI 686; grazie alla distanza tra il pianeta e la stella, vi è la presenza di acqua liquida  sulla super Terra, presupposto primario per  la vita. La super Terra e la sua stella sono vicinissime, si pensa che potrebbero ruotare in modo sincronico, di conseguenza potrebbe mostrare sempre la stessa faccia alla stella, cosi come fa la Luna nel suo moto intorno alla Terra.

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STROMB0LI CAUSO’ TRE TSUNAMI NEL

TIRRENO, UNO STUDIO ITALIANO

AFFERMA “ PUO’ SUCCEDERE ANCORA”

Uno studio italiano afferma che può accadere ancora!

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Nel Medioevo il vulcano Stromboli causò tre tsunami che raggiunsero le coste della Campania, ciò potrebbe accadere ancora. Questa scoperta è stata fatta dalla ricerca italiana e pubblicata sulla rivista Scientifica Reports. Nel 1343 e nel 1456, gli tsunami hanno avuto un celebre testimone, Francesco Petrarca,  che scrisse in una lettera di aver visto una “strana tempesta”. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, a scatenare i tre tsunami era stato il crollo del fianco nord-occidentale del vulcano, il primo è successo nel 1343 causando la grave distruzione dei porti di Napoli e di Amalfi. Il 25 novembre una violenta tempesta provocò moltissime vittime. 

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 L’isola in seguito è stata abbandonata fino alla fine del Seicento, quando iniziò il suo ripopolamento. La ricercatrice afferma  che il lavoro fatto è servito per stabilire, per la prima volta,  la capacità del vulcano di produrre eventi di dimensioni molto superiori a quelli fino ad oggi noti. Anche la vulcanologa Antonella Bertagnini, porta alla luce la capacità del vulcano di scatenare tsunami in grado di raggiungere aree costiere molto lontane.

 

Torrisi Flavia, Mirabella Giulia, Ottimofiore Benedetta, Grasso Francesco

 Grazie alla collaborazione tra vulcanologi e archeologi è stato possibile identificare lo Stromboli come una sorgente di tsunami. In questa ricerca sono state scavate tre grosse buche nella zona settentrionale, lunghe circa 80 metri e sono emersi tre strati sabbiosi contenenti grossi ciottoli di sabbia trasparente testimonianza di quanto portato a terra dalle onde degli tsunami.

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LE GIORNATE GELIDE E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Le giornate gelide sono l’argomento preferito dei negazionisti del cambiamento climatico: fanno finta di non capire o non capiscono la differenza tra meteo e clima.

Durante quest’inverno gli Stati Uniti e il Canada hanno avuto venti molto freddi che stanno causando una riduzione delle temperature minime,  in alcune aree  hanno raggiunto i -50 °C.

Il Presidente Trump ha approfittato di questo momento per minimizzare l’importanza e la gravità del riscaldamento globale, affermando che i suoi effetti siano spariti. Tale affermazione dimostra che molti personaggi importanti negano che nel nostro pianeta sta avvenendo un cambiamento climatico, dovuto in larga parta alle attività dell’uomo. A stabilirlo sono gli scienziati più attenti al problema, i quali fanno notare la differenza che esiste tra meteorologia e climatologia.

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Il grande freddo che ha investito in questo periodo il Nord America  è causato da un’estensione anomala  verso  sud del vortice polare, in seguito ad alcune condizioni favorevoli.

Con la  parola “meteo” significano lo studio e l’analisi di fenomeni delimitati nel tempo, con la parola “clima” invece si intende lo studio dei fenomeni che avvengono nell’atmosfera in un periodo più lungo. In parole semplici, il meteo ci dice che cosa sta accadendo o può accadere nell’immediato in una città o in una zona geografica delimitata, lo studio del clima che cosa è successo negli ultimi decenni e come sono cambiate le cose.

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Il riscaldamento globale ha effetti tangibili sul meteo, infatti rende più estremi alcuni eventi come uragani e tempeste. Secondo i ricercatori il freddo anomalo di questi giorni nel Nord America  è segno del cambiamento climatico dovuto al maggiore riscaldamento dell’atmosfera; il vortice polare influenza zone più estese rispetto a quelle dell’Artico a causa di alcuni cambiamenti dei venti. Questi cambiamenti fanno in modo che l’aria gelida oltrepassa  la zona dell’Artico e si spinga verso sud, portando il freddo gelido anomalo.

 

Simone Finocchiaro    

LA SICILIA E I SICILIANI PRIMA DEI ROMANI

Chi erano e che cosa facevano i siciliani di 3.000 anni fa?

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La Sicilia è stata resa, per la sua posizione strategica, una piazzola di sosta privilegiata “nell’autostrada d’acqua” del mar Mediterraneo. I primi a  rendersi conto furono i commercianti che, nell’antichità iniziarono a viaggiare arrivando fino alle coste siciliane, trovando una terra accogliente,  ideale per poi stabilirsi. Furono i Greci a chiamarla Trinacria, per la sua forma. Ma prima di loro furono altri popoli ad abitarla. I primi popoli che si resero conto dei vantaggi di quest’isola furono i Sicani, seguiti dai Siculi ed infine dai Elimi.

Lo storico greco Tucidide racconta che i Sicani erano arrivati in Sicilia provenendo dalla Spagna, anche se non tutti gli storici sono d’accordo su questo dato. Gli studi più recenti sostengono che il popolo sicano e siculo si sia formato direttamente in Sicilia.

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Già nel III millennio a.C.  le genti abitavano parte dell’isola, prima del 1000 a.C. furono costretti a mischiarsi con i popoli che arrivavano dal mare. Da qui nacque un solo  popolo quello dei  Sicani con un’unica lingua e con gli stessi usi e costumi.

Successivamente si assistette all’arrivo di altri popoli italici, abili nel lavorare il bronzo e allevare cavalli. Le tribù arrivate si unirono con gli indigeni dell’isola, da qui la nascita di un altro popolo: i Siculi. Nello stesso periodo anche gli Elemi si stabilirono nella parte occidentale dell’isola. La piccola comunità fu lasciata tranquilla dai Sicani. Velocemente la Sicilia venne abitata da tante persone, tutte diverse tra loro. Gli studiosi non sanno affermare con certezza quando Greci, Cartaginesi dell’Epiro e latini entrarono in contatto con i primi abitanti della Sicilia. 

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Già nel III millennio a.C.  le genti abitavano parte dell’isola, prima del 1000 a.C. furono costretti a mischiarsi con i popoli che Di certo si sa che i Miceni nel XIII secolo navigavano le acque del Mediterraneo e che i Fenici nel VIII secolo a.C. avevano fondato le loro basi- appoggio  per il loro commerci. Intorno al VII secolo a.C. i Greci fondarono le prime colonie. Gli abitanti della Sicilia dapprima rifiutavano gli invasori, in seguito furono conquistati dalla loro  cultura tanto da diventare un unico popolo.    

Sulla Luna germoglia una piantina di cotone.

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Per la prima volta sulla Luna è germogliata una pianta, si tratta di un germoglio di cotone. 

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 L’obiettivo dell’esperimento è quello di coltivare in futuro frutta e verdura in altri pianeti per il sostentamento delle generazioni umane future. I semi, secondo le agenzie di stampa cinesi, sono stati sottoposti a trattamenti biologici durante il viaggio Terra-Luna. I germogli hanno iniziato a crescere quando è arrivato l’ordine di irrigare la piccola serra.

Manuel Montalto, Diego Marcantonio

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La piantina è nata da un seme portato sul nostro satellite dalla missione cinese Chang’e- 4 e custodito in una piccola serra insieme a semi di patata, di Arabidopsis e uova di moscerino della frutta. E’ un record assoluto, la prima pianta a germogliare su un corpo celeste diverso dalla Terra.

ANNEGATO NEL MEDITERRANEO A 14 ANNI CON LA PAGELLA CUCITA IN TASCA.

Un bambino di 14 anni è annegato  nel Mar Mediterraneo con la sua pagella cucita nella tasca della giacca. A raccontare la sua storia è Cristina Cattaneo, medico legale.

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Morti senza nome

 

Non si conosce il nome del ragazzo di Mali che è morto annegato nel Mediterraneo, di lui sappiamo che stava venendo in Europa alla ricerca di una vita migliore. Nella sua tasca c’era cucita la sua pagella con ottimi voti, probabilmente era un bravo studente, che sperava di fare buona impressione su chi lo avrebbe accolto. Non lo sapremo mai, perché il viaggio del ragazzo non è giunto a destinazione. Sappiamo di lui grazie alla dottoressa Cristina Cattaneo, l'anatomopatologa più famosa d'Italia, che dal 2013 combatte una battaglia difficilissima: dare un nome, e quindi la dignità, alle vittime dei naufragi del Mediterraneo.   

 Nel suo libro, “Naufraghi senza volto”, parla delle storie di tante persone annegate nel Mar Mediterraneo, vittime delle migrazioni, che affrontano un lungo e pericoloso viaggio in clandestinità su barconi fatiscenti. Morti senza volto e senza identità, i cui pezzi di storia emergono da piccoli dettagli, come quello della pagella, o il corpo del ragazzino con in tasca un sacchetto di terra del suo paese, un altro proveniente dal Ghana con addosso la tessera della biblioteca.  

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Tutte queste storie ci ricordano che si tratta di uomini, donne e bambini come noi, con gli stessi desideri e sogni, le stesse paure e sofferenze. L’emergenza umanitaria di migranti ha portato sulle spiagge europee decine di migliaia di cadaveri, oltre la metà non sono mai stati identificati. Il libro racconta come si può “morire di speranza” e il tentativo di un paese di dare un nome a queste vittime dimenticate da tutti, che con i loro frammenti parlano più dei vivi.

 

Irene Di Legami, Simone, Matilde Fontana, Benedetta, Lorenzo Sciacca  

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LA BARCHETTA DEI MIGRANTI di Enrico Galiano

 Migranti: l’esperimento del professore che lascia i ragazzi in silenzio e con gli occhi lucidi.

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Il professore Enrico Galiano, insegnante di lettere in una scuola della periferia di Pordenone,  nel giorno del ricordo sul tema della Shoah, invece di parlare delle atrocità che sono avvenute nel periodo del nazismo, ha scelto di affrontare il tema sulla “Migrazione”, fenomeno che sta caratterizzando l’epoca in cui viviamo.  Insieme ai suoi alunni ha fatto  un esperimento prendendo  un secchio e una barchetta di carta, per far comprendere che anche oggi accadono episodi che ricordano il passato.

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L’insegnante è entrato in classe dicendo ai suoi alunni di scrivere su un foglietto di carta il nome delle persone a loro più care ( mamma, papà, fratelli…) e di disegnarli sotto forma di un omino stilizzato. Alcuni di loro gli chiesero se potevano disegnare più di un familiare, c’era  chi aveva messo il papà, chi il cuginetto di un anno, chi la migliore amica,  poi li invitò a mette i fogli dentro la  barca di carta, che il professore aveva costruito e che aveva adagiato sulla superficie del secchio pieno d’acqua, e di aspettare qualche minuto.   

Dopo un po' il professore cominciò ad  agitare il secchio e la barchetta di carta, con tutti i bigliettini,  andarono a finire sul fondo del secchio. Il silenzio invase l’aula, nessuno aprì bocca, e molti di loro avevano gli occhi lucidi. Allora cominciò a raccontare del naufragio del 18 aprile 2015, in cui morirono più di mille persone nel canale di Sicilia. 

  Al suono della campanella della ricreazione, i ragazzi uscirono fuori senza dire niente, dopo un po' tre ragazze rientrarono chiedendo al professore di tirare fuori tutti i bigliettini. Commosso per il gesto delle ragazze, tutti insieme si chinarono per tirare su i pezzi di carta. Secondo il prof l’esperimento era riuscito in quanto dentro di lui pensava che “finché tre ragazze decidono di saltare la ricreazione per tirare su dal fondo di un secchio dei fogli di carta, c’è ancora motivo per credere in un mondo diverso”.

 

Bavera Giulia, Rodelli Elisabetta, Chisari Giorgia, Battaglia Chiara, Spampinato Giada, Dolcemascolo Carola, Grasso Francesco   

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 La loro barca poteva contenere al massimo duecento persone, tra essi c’era un ragazzino, originario del Mali, che era stato trovato con la pagella cucita all’ interno della giacca. Una pagella con il massimo dei voti in tutte le materie. Iniziò un dibattito sul perché il ragazzino avesse con sé la pagella. Uno studente alzandosi disse che forse lo aveva fatto per far vedere che non era "cattivo", come molti di noi pensano.   

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Giorgia Chisari

L’IMMIGRAZIONE: FENOMENO DILAGANTE NEL MONDO

Oggi noi ragazzi della redazione del giornalino web insieme ai nostri docenti, abbiamo affrontato un tema molto delicato: quello dell’immigrazione, fenomeno che  ci tocca da vicino, poiché viviamo in Sicilia. Sin dall’antichità interi popoli hanno migrato per diverse motivazioni: guerre, mancanza di lavoro, assenza di diritti fondamentali da garantire una vita dignitosa.… Purtroppo da alcuni decenni i flussi migratori sono aumentati, specialmente verso l’Italia e l’Europa, ad opera  di persone originari dall’Africa, dall’Asia e dall’Europa dell’Est. I migranti  sono persone che scappano  dalla loro terra  perché vivono in pessime condizioni di vita. 

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 Alcuni popoli a causa della guerra scappano dalla fame, dalla morte, dalla paura, dalla solitudine, dalla dittatura e dalla schiavitù. Gli immigrati fuggono con dei barconi che, di solito, contengono più persone di quante ne possono trasportare. La disperazione li spinge ad affrontare un lungo e pericoloso  viaggio, chiamato appunto, “viaggio della speranza “. 

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Una traversata molto rischiosa, poiché molto spesso, la maggior parte di loro muore annegata prima di arrivare a destinazione. Sono uomini, donne, alcune di loro sono incinte, bambini, in cerca di un futuro migliore in Paesi economicamente più sviluppati.

Purtroppo i Paesi più ambiti spesso impediscono l’arrivo ai tanti immigrati, che viaggiano in clandestinità, sviluppando talvolta sentimenti di razzismo. Il nostro compito è quello di accogliere e pianificare "progetti d'inclusione" per  tutti questi esseri umani, che in quanto tali, sono come noi e hanno il diritto ad una vita migliore.

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 L’Italia è sempre stato un Paese accogliente, infatti si sono creati i “centri di accoglienza”, dove molti clandestini sono stati ospitati. Ma non possiamo fare tutto da soli, per risolvere questa “emergenza umana” è necessario l’aiuto dei Paesi membri dell’Unione Europea e del mondo occidentale più sviluppato.

Sofia Mauceri, Vittoria Leonardi

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Nella vita moderna niente

è più efficace di un luogo

comune: affratella il mondo intero.

(Oscar Wilde)

Riflessioni illustrate...

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Bullismo: conoscersi e confrontarsi per un’educazione al rispetto dell’altro.

“Chi nasconde il male è complice e colpevole anche lui.”                                                       Martin Luther King

Trecastagni- La nostra scuola è molto attenta ai fenomeni che accadono nella nostra società. Noi alunni della redazione del “giornalino scolastico” della scuola primaria scriviamo spesso diversi articoli affrontando tematiche importanti come l’inquinamento, il rispetto dell’ambiente, e altri aspetti che ci interessano perché fanno parte della nostra società. Tra gli argomenti di cui ci siamo occupati uno che ha suscitato il nostro interesse è quello del bullismo, un fenomeno che preoccupa tanto e che bisogna conoscere per sapere come affrontarlo. Per approfondire questo tema e per aiutarci a comprenderlo meglio le nostre insegnanti hanno organizzato un’intervista con lo psicologo della scuola, il dott. Andrea Paratore. 

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 Abbiamo anche approfondito l’argomento leggendo tanti articoli e discutendone con i nostri insegnanti sia in classe sia col gruppo del giornalino.  Quindi, adesso che conosciamo tutte le caratteristiche del fenomeno, possiamo parlarne. Il dott.re Paratore, appena arrivato ci è parso un uomo colto, in gamba e soprattutto molto empatico. Per prima cosa ci ha fatto presentare singolarmente chiedendoci il nostro nome e ci ha chiesto il motivo per cui abbiamo scelto di partecipare al “progetto giornalino”. 

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 Troppi i fatti di cronaca di cui i mass media ci informano   che si verificano sempre più spesso nelle scuole, in palestra o in altri ambienti extrascolastici.  Ma come fare a capire se si è vittime di bullismo oppure se si tratta di semplici scherzi? Ebbene la differenza è che gli atti di bullismo sono ripetuti nel tempo e non sono isolati. Uno scherzo che ferisce, che viene prolungato nel tempo e che avviene davanti a degli spettatori che ridono può essere già considerato bullismo.

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Lo psicologo ha evidenziato la difficoltà che si prova nel confessare di aver subito atteggiamenti del genere anche sotto forma di attacchi fisici, ma ci ha rassicurato dicendo che è normale provare un senso di vergogna ed è su questa debolezza che il bullo fonda la sua forza. A volte si è presi di mira per quello che può sembrare un difetto o comunque un tratto che caratterizza la persona “bullizzata” rispetto al resto del gruppo. Quindi il primo consiglio è quello di superare la vergogna e la paura raccontando immediatamente gli episodi subiti o a cui si è assistito. Spesso il bullo è una persona che soffre anche se non se ne rende conto, egli non agisce da solo ma si fa forza del proprio gruppo che lo incita. Solo all’apparenza è forte, in realtà ha dei problemi psicologici, nasconde delle insicurezze e delle fragilità che mostra con questo atteggiamento Si è parlato dell’importante ruolo che hanno i genitori. Spesso il bullo ha dei genitori che litigano, oppure che acconsentono ad ogni sua richiesta e questo genera una mancanza di regole. Quando un figlio deve aspettare, prima di ricevere ciò che desidera, può sviluppare il sentimento della noia che in realtà è un aspetto positivo perché fa crescere e perché genera idee nuove e creatività in chi la vive.

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Matilde Fontana

E’ venuto fuori che ci piace conoscere cose nuove, scrivere e far conoscere, ma soprattutto socializzare con gli altri compagni della redazione. Da questa intervista sono venute fuori tante notizie che sapevamo solo in parte. Per prima cosa si è chiarito che il bullismo è un atteggiamento di superiorità che assumono dei ragazzi su altri. 

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Alcune volte anche i genitori possono assumere atteggiamenti da bulli come quando impediscono ai propri figli di aiutare chi è vittima di bullismo, facendo finta di niente. I genitori dovrebbero dare l’esempio intervenendo se si assiste a fenomeni del genere. Gli studiosi ritengono che negli ultimi trent’anni l’educazione nelle case degli italiani è cambiata molto. Sempre più spesso i genitori sono separati e lavorando entrambi dedicano poco tempo ai figli; questo genera in loro dei sensi di colpa che li porta a viziare i figli piuttosto che puntare sulla qualità del tempo da trascorrere con loro. La cosa più giusta sarebbe che i genitori recuperassero delle semplici regole nella vita quotidiana compresa la capacità di dire qualche “NO” al momento giusto.

Il dott. Paratore ci ha anche fatto notare che il bullismo può essere associato alla mafia, che però è molto più grave, menzionando che il 21 marzo si ricordano le vittime uccise dalla mafia, e ha citato diversi giornalisti come Giuseppe Fava, che denunciavano i mafiosi e per questo sono stati uccisi. Inoltre ha citato una frase molto conosciuta di Martin Luther King “chi nasconde il male è complice e colpevole anche lui”, per farci capire come sia importante intervenire difronte al male sottolineando l’importanza di considerarci membri della stessa comunità e dunque responsabili l’uno dell’altro.

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Irene Di Legami

Si è parlato anche del cyberbullismo e dei giochi on-line in cui si nascondono molte insidie. Come “Fortnite”, un gioco molto popolare soprattutto tra i giovani, in cui i bulli possono interagire con i loro coetanei, possono offendere o prendere di mira qualcuno attraverso il gioco stesso anche utilizzando dei nomignoli offensivi. Abbiamo anche discusso sulla differenza tra bullismo e cyberbullismo: mentre il primo è caratterizzato da una serie di violenze “faccia a faccia”, il secondo avviene tramite i social o i videogiochi per cui la vittima non conosce il bullo che lo ha preso di mira e quindi ha meno strumenti per potersi difendere. Il cyberbullismo è un fenomeno sempre più diffuso perché sempre più persone utilizzano Internet, i social e i videogiochi, e preoccupa in modo particolare perché su Internet , in questo mondo virtuale, esistono poche regole e i messaggi scritti in chat in cui compaiono insulti si diffondono rapidamente, rimangono indelebili e per questo fanno ancora più male a chi ne è vittima. Non è neanche semplice individuare subito un cyberbullo che si nasconde dietro lo schermo. Per farlo bisogna prestare attenzione ad alcuni indizi: aggressività e difficoltà nella relazione, impulsività e mancanza di autocontrollo, intolleranza verso le regole, assenza di empatia, mancanza di sensi di colpa,…  Ma i bulli sono più maschi o femmine? Da una ricerca svolta dall’associazione “Telefono Azzurro” nel 2015-2016 è emerso che negli ultimi periodi il numero delle ragazze che si comportano da “bullo” è in aumento. Se il 60% sono maschi, le femmine arrivano al 45% se agiscono in gruppo.  

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Quando un amico ne è vittima non sempre racconta, allora come capire se è vittima di bullismo? Bisogna saper individuare i seguenti comportamenti: difficoltà a stringere e mantenere relazioni, atteggiamento di disagio psicologico ed emotivo, cattivo umore, “aria triste e arresa”, …     Per sconfiggere il bullismo e il cyberbullismo bisognerebbe recuperare la caratteristica dell’essere umano di “essere analogico” che significa conoscere l’altro e relazionarsi utilizzando i nostri sensi. Ciò significa dare minore importanza alle tecnologie informatiche, che ci rendono digitali, per recuperare la nostra “umanità”. Inoltre è necessario denunciare a genitori, insegnanti, a persone più grandi di noi gli atti di bullismo che capita di subire e anche a cui spesso si assiste. Ancora, è essenziale il ruolo della scuola che informa e forma i giovani a recuperare i valori di solidarietà, reciprocità sociale e cittadinanza attiva.

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In questo senso, un esempio importante arriva dalla Finlandia, con il metodo scolastico educativo KIVA.  

La Finlandia è conosciuta per gli eccezionali metodi d’insegnamento.  Un gruppo di studiosi ha elaborato questo metodo, diffuso nel 90% delle scuole finlandesi, si basa su dieci lezioni di due ore ciascuna, che prevedono azioni universali e azioni indicate. Le prime, quelle universali hanno l’obiettivo di favorire il rispetto reciproco e si svolgono attraverso l’uso di un videogioco che abitua i giovani a riconoscere casi di bullismo e a intervenire in modo appropriato. Invece, le azioni indicate consistono in riflessioni in piccolo gruppo che si sviluppano partendo dall’analisi di casi di bullismo realmente accaduti; si cerca di capirne le cause e le buone pratiche da adottare per sconfiggere questo atteggiamento. 

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Con questo metodo si opera non solo sul bullo e sulla vittima ma si previene lavorando anche sull’ambiente. Solo formando cittadini attivi e non “spettatori” passivi della realtà che ci circonda si può prevenire e formare un gruppo consapevole, in grado di proteggere non solo i suoi membri ma anche coloro i quali non ne fanno parte. Il metodo, che è stato più volte premiato, è così efficace che già altri Paesi lo stanno adottando.

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Dunque qual è il segreto per sconfiggere il bullismo? È la reciprocità sociale, il buon esempio di cittadinanza che ognuno di noi può sviluppare e mettere in pratica nelle piccole cose di tutti i giorni. Genitori ed insegnanti hanno l’importante ruolo di favorire le buone pratiche e permettere la conoscenza approfondita del fenomeno.

 

La redazione del giornalino                                                                                                                                         

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BULLISMO E CYBERBULLISMO di Flavia Catalano

 

 

Il bullismo consiste in comportamenti violenti o nelle prese in giro. Ma può manifestarsi anche sotto forma di cyberbullismo. Esso provoca molto disagio alle vittime, tuttavia molto spesso i bulli sono persone infelici, insicure o gelose. I comportamenti che caratterizzano un bullo, di solito sono:

-offese, insulti, parolacce,..

-derisioni per la personalità o per l’aspetto fisico

-diffamazioni

-esclusione

-aggressioni fisiche

Per gli psicologi si tratta di una vera emergenza che deve essere curata a partire dall’intervento della scuola, prima che si trasformi in una vera “sindrome”. L’ansia che prova una vittima quando viene bullizzata è diversa da quella che proviamo tutti, è un mix di ansia, paura e la sensazione di essere soli. Si può smaltire solo aprendosi e parlandone con una persona cara. Un’altra sensazione che si prova è il fatto di sentirsi inferiori a tutti ma soprattutto al bullo. Come una formica che prova a battere un elefante. In realtà il bullo è la formica: se facciamo caso notiamo che il bullo non si presenta mai da solo, sa di non avere possibilità, è “tutto fumo, niente arrosto!”. La cosa più importante è non sentirsi mai una formica. Insieme il bullismo si può sconfiggere, ed è importante che la scuola organizzi dei programmi di prevenzione. Il bullismo e il cyberbullismo sono diversi perché: il cyberbullismo è considerato un atto aggressivo condotto da uno o da un gruppo di individui che utilizza Internet e le tecnologie informatiche contro una vittima che non può facilmente difendersi. Il bullo, così, ha il vantaggio di bullizzare in maniera anonima. Il bullismo invece non comprende l’uso della tecnologia.

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I PUNTI PRINCIPALI DELL’ACCORDO DI PARIGI

Nel dicembre dell’anno 2015 più di 190 Paesi fecero un accordo sul clima. Il punto più importante dell’accordo era l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.

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Gli altri obiettivi da raggiungere sono: 

  1. OBIETTIVO 2 GRADI. L’accordo impegna i paesi a contenere il riscaldamento ai livelli pre-industriali.

  2. IMPEGNI DEI PAESI. Ogni paese dovrà attuare gli obiettivi di riduzione dei gas serra.

  3. VERIFICHE. Sono previste delle verifiche quinquennali degli impegni presi, a partire dal 2023.

 4. AIUTI. I Paesi più ricchi si impegnarono ad aiutare i Paesi più poveri. La novità politica dell’accordo di Parigi era stata l’adesione dei maggiori produttori di gas serra, stati Uniti e la Cina che in passato avevano rifiutato di aderire al Protocollo di Kyoto, per non ostacolare la propria crescita economica. Ma successivamente, gli Stati Uniti col nuovo presidente eletto Trump, uscirono dall'accordo.

 

Matilde Fontana, Irene Di Legami, Flavia Torrisi

In marcia per il clima: ecco come è nato il movimento Fridays For Future

La lunga onda di protesta dei giovani contro i cambiamenti climatici e le politiche sconsiderate nel mondo.

Quando nel 2015 migliaia di persone marciavano per il clima Greta Thunberg aveva dodici anni. Precedentemente  il nome dell’evento era:

 “Global Climate March” ed era una delle prime manifestazioni, di tale portata, nata da associazioni e cittadini per ricordare ai politici, che erano riuniti al tempo nella Cop21 di Parigi, l’importanza di prendere decisioni concrete per invertire la rotta delle emissioni.

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Poi, il 29 novembre del 2015 in 150 Paesi oltre 600mila manifestanti stavano sfilando con bandiere e cartelloni proprio davanti alla vigilia di questo incontro parigino, che erano uniti nella stessa richiesta, infatti chiedevano un accordo equo, ambizioso e vincolante per un mondo alimentato “al 100% da energia pulita entro il 2050” ai governi.

Quello del 2015 è stato un evento di portata mondiale fra i primi in cui i cittadini hanno camminato per evidenziare l’assenza di un Pianeta B e la necessità di mandare al contrario la rotta rimediando agli sbagli di noi umani nel tentativo di salvare il nostro Pianeta.

Un anno dopo  arriva la Cop22 a Marrakech, in Marocco, ma l’onda dei manifestanti della Cop21 sembrò che si fosse indebolita. Nel 2017 a Bonn ci fu una nuova marcia sotto forma carnevalesca per chiedere ai potenti riuniti nella Cop23 di quello stesso anno un impegno più grande nel rispettare gli accordi di Parigi. I numeri grandi dei precedenti cortei si fecero vedere però in crisi, come se gli abitanti della Terra fossero separati nella lotta al “Global Warming”. Nello stesso tempo in Svezia una ragazzina di nome Greta   Thunberg era rimasta impressionata davanti a immagini  di animali in sofferenza a causa del surriscaldamento.

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 La giovane cominciò a parlarne con i genitori e poi a  scuola. La ragazzina convinse la famiglia a diventare vegana e poi iniziò la sua protesta personale. Nell’estate del 2018 in Svezia successe qualcosa di brutto: tanti roghi mettevano in ginocchio il Nord.  Greta prese la decisione di agire: il 20 agosto di quell’anno scioperò da scuola per andare davanti al parlamento con un cartello  con scritto: “Skolstrejk For Klimatet”,” Sciopero da scuola per il clima”. Nel frattempo che Greta agiva, in Francia il ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot stava annunciando le sue dimissioni a causa delle accuse che era stato lasciato solo nella lotta al riscaldamento globale.

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 Greta nuovamente ripropose lo sciopero, questa volta di venerdì, con le sue immagini nei cartelli. Greta cominciò ad essere considerata “piccola paladina del Pianeta” e le sue immagini cominciarono a fare il giro del mondo.Altri ragazzi vedendo il suo impegno decisero di scioperare da scuola, e si presentarono davanti alle sedi delle istituzioni con lo stesso scopo. In poco tempo il messaggio di Greta diventa sempre più potente e attorno a lei si sono creati diversi movimenti studenteschi in tutto il mondo. Questi movimenti sono coordinati sotto il nome FridaysforFuture,  che in diversi momenti hanno manifestato in tutto il Pianeta per imporre alle istituzioni di agire. Decisivo per la battaglia contro il surriscaldamento è stato successivamente il messaggio, il cui video è diventato virale, questo video è stato letto da Greta il 4 dicembre 2018 davanti ai governi presenti al Cop24, vertice Onu che si è tenuto a Katowice, in Polonia.

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Greta ha parlato del futuro rubato alle nuove generazioni e anche che “ questa è la crisi più grave che l’umanità abbia mai subito. Noi dobbiamo anzitutto prenderne coscienza e fare qualcosa il più in fretta possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare quello che possiamo”.Successivamente ci sono stati altri interventi in tante  città d’Europa, che hanno trasformato le parole della giovane svedese nella spinta per far iniziare la più grande manifestazione studentesca su scala mondiale dell’era dei social. Alla  manifestazione del 15 marzo FridaysForFuture, hanno partecipato centinaia di migliaia di studenti di tutto il mondo per ottenere risposte certe e concrete  al  problema del cambiamento climatico.

Leonardo Fumà, Francesco Grasso, Giada Spampinato, Carola Dolcemascolo

AMBIENTE, MANIFESTAZIONI IN TUTTO IL MONDO:

IN ITALIA UN MILIONE DI STUDENTI SCENDONO IN PIAZZA.

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Venerdì 15 marzo si è tenuto lo sciopero per salvare il pianeta, con protagonista la sedicenne Greta, una protesta che ha toccato tutto il mondo, anche i Paesi più inquinanti. In Italia ha partecipato circa 1 milione di persone. Il Friday For Future vede il più gran numero di raduni in Italia e in Francia, dove ce ne sono stati 235 in Italia e 216 in Francia. Quindi il movimento partito dall’iniziativa di Greta chiede a tutto il mondo di ridurre le emissioni di anidride carbonica.
 In molti hanno manifestato a Palermo, ma anche a Firenze dove i giovani che hanno partecipato sono stati 10 mila. Perfino il vescovo di Brescia e il sindaco di Emilo Del Bono ne hanno preso parte. Il 19 aprile Greta è stata a Roma partecipando al “Friday For Future”. Invece il 18 aprile la ragazza è stata ricevuta dal presidente del senato Elisabetta Casellati per un approfondimento sul clima e sull’ambiente.

Emanuele Malò
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FRIDAYS FOR FUTURE

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 L’iniziativa globale Fridays for Future di Greta Thunberg, una sedicenne svedese, ha avuto inizio il 20 agosto 2018 davanti al parlamento svedese chiedendo attenzione per l’inquinamento. Greta chiede ai politici di rispettare i patti presi a Parigi e ha parlato davanti ai delegati dell’ONU, per evitare che le temperature salgano ancora. Il 15 marzo è stato uno sciopero globale che ha coinvolto tantissimi Paesi. Le proteste sono state davanti ai “palazzi del potere”.

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In questi ultimi mesi lo sciopero si è allargato e ad un certo punto ci si è chiesto se alle manifestazioni dovessero partecipare solo i giovani studenti. La risposta è stata che tutti possono far parte del movimento e partecipare agli scioperi dato che l’argomento interessa tutto il pianeta. Chi volesse contribuire all’iniziativa può visitare il sito dell’evento e usare l’hashtag #Fridaysforfuture #Climatestrike.

Matilde Privitera, Silvia La Rosa, Flavia Catalano

BERLINO, IN MARCIA PER IL CLIMA:

OLTRE 20 MILA GIOVANI CON GRETA THUNBERG

“Vogliamo un futuro. E’ chiedere troppo?” queste sono le parole della giovane svedese Greta Thunberg. Almeno 20 mila ragazzi sono andati in strada il 29 marzo a Berlino perché sono statI coinvolti in una nuova manifestazione alla quale era presente la ragazza svedese. Erano presenti 25 mila berlinesi del movimento “Fridays For Future”. – I ragazzi aumenteranno i propri sforzi-  ha spiegato Greta- per contrastare i cambiamenti del clima, che le vecchie generazioni non sono riusciti ad affrontare, per risolvere la “più grande crisi dell’umanità”.  La Dichiarazione sullo stato del clima globale 2018 stilato dall’Organizzazione Mondiale Metereologica (Wmo), fa sapere che ad esempio nel 2018, 62 mila persone sono state colpite da eventi climatici estremi.

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La Dichiarazione specifica i rischi legati al clima e gli impatti sulla salute umana, la sicurezza alimentare e gli ecosistemi marini e terrestri. Ciò rappresenta una conferma che il riscaldamento globale deve essere fermato. Berlino non è l’unica città che vede queste manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi ambientali.

Da Dicembre, i giovani tedeschi, il venerdì, si radunano davanti al ministero dell’Economia per giungere alla Porta di Brandeburgo. Le manifestazioni di ragazzi tedeschi delle scuole medie, superiori e universitari sono arrivati a 20 mila allievi, un numero molto importante.

Carola Dolcemascolo, Francesco Grasso

CAMBIAMENTO CLIMATICO, PARLA

IL PREMIO NOBEL CARLO RUBBIA.

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La prima osservazione che fa Carlo Rubbia è che sulla Terra il clima è sempre cambiato, anche prima dell’intervento dell’uomo. -Oggi, noi pensiamo che se non facciamo nulla e se teniamo la CO2 sotto controllo, il clima della Terra resterà invariato. Questo non è assolutamente vero.- Carlo Rubbia ricorda che nell’ultimo milione di anni, la Terra era dominata da periodi di glaciazione in cui la temperatura era di meno di 10 gradi, tranne brevissimi periodi in cui c’è stata la temperatura simile a quella attuale. Negli ultimi 2000 anni, ad esempio, la temperatura della Terra è cambiata profondamente. Ai tempi dei romani, Annibale ha attraversato le Alpi con gli elefanti per venire in Italia. Oggi, dice,  non ci potrebbe venire perché la temperatura del pianeta è inferiore di quella che c’era ai tempi dei romani.

 Ricordiamo che ai tempi dei romani c’era un grado e mezzo in più rispetto ad ora, e poi c’è stata una mini-glaciazione tra il 1500-1600. Ad esempio i vichinghi hanno avuto enormi problemi di sopravvivenza a causa di questa mini-glaciazione. Se restiamo nel periodo di questi ultimi 100 anni ci sono stati dei cambiamenti climatici che sono avvenuti ben prima dell’effetto antropogenico. La presenza dell’uomo ha probabilmente introdotto ulteriori cambiamenti. La verità è che negli ultimi 15 anni la temperatura della Terra è diminuita e non aumentata. Nonostante queste osservazioni, la situazione attuale in cui ci troviamo è veramente drammatica. L’aumento delle emissioni di CO2 è in aumento. L’unico paese che è riuscito a contenere e ridurre le emissioni sono gli Stati Uniti, dice il Nobel. Questo perché hanno sviluppato una tecnologia con cui sviluppano il gas naturale che sta sostituendo le emissioni di CO2 dovute al carbone. Quindi secondo Rubbia ridurre le emissioni è possibile se i Paesi decidono di investire nello sviluppo di tecnologie che utilizzando il gas naturale riducono le emissioni di CO2.

Montalto Manuel, Diego Marcantonio

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