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Curiosità

Cani e gatti hanno caldo in estate?

Certo, hanno caldo tutti gli animali con il pelo, ma possono regolare la loro temperatura corporea. Infatti non hanno lo stesso numero di ghiande sudoripare degli esseri umani, ma le hanno solo sui polpastrelli. Quindi smaltiscono il calore attraverso la respirazione e attraverso la saliva. Inoltre il pelo di questi animali è più o meno folto secondo la stagione.

Matilde Privitera

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Perché abbiamo bisogno di ingoiare la saliva?

Dobbiamo ingoiare la saliva perché ne produciamo tantissima. Una grande quantità viene usata per mantenere la bocca lubrificata e in salute: tra i componenti ci sono gli enzimi battericidi e gli anticorpi. Inoltre la saliva scioglie il cibo in bocca, ci permette di inghiottire il cobo più facilmente e inizia a scomporre gli alimenti prima che arrivino nello stomaco.

Matilde Privitera

Gatto assunto in hotel!?

Il gatto assunto in Hotel diventa una star nel web!

Dopo la fine,  poco gloriosa,  dell’ hotel gestito da un robot in Giappone, la nuova scommessa delle strutture ricettive  è la ricerca di personale… animale. Succede al Fosshotel di hellnar, in Islanda situato sotto il ghiacciaio  Snaefellsjokull . La gatta Pàl è stata assunta  in qualità di cacciatrice di topi  con tanto di  badge  fornitole  dal direttore dell’ albergo.

 I proprietari del gatto sono una coppia ungherese Daniel Puskas e  Zsuszi Sabò trasferitasi in Islanda nel 2016 che hanno appositamente creato un profilo su Istangram  dove Pàl conta quasi  8 mila follower .  Una gatta non solo bella – dicono di lei in albergo – ma grande lavoratrice. Come conferma la struttura, grazie al risultato dell’iniziativa, non è escluso che al  Fosshotel possano presto arrivare nuovi assunti.

Giorgia  Chisari – Chiara Battaglia  - Giulia Bavèra-  Elisabetta Rotelli

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Giorgia, Chiara, Giulia, Elisabetta

Dubak Challenge

Effetto Mpemba

Dalla Russia arriva la Dubak Challenge, la nuova sfida virale su Instagram.

Consiste nel gettare acqua bollente nell’aria gelida per creare effetti scenografici. Nasce nei Paesi nordici colpiti da un’ondata di gelo e ha travolto i social.

È il cosiddetto effetto Mpemba: l’acqua calda congela prima di quella fredda. Il nome è quello dello studente della Tanzania, Erasto Mpemba che nel 1963 notò che un impasto per fare il gelato congelava prima se era tiepido che se era freddo. Anni più tardi Erasto si iscrisse all’università, alla facoltà di fisica, e insieme a un suo docente, nel 1969, scrissero una pubblicazione scientifica che spiegava il fenomeno.

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L'ondata di gelo colpisce anche città come Chicago

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L’ondata di gelo che sta avvolgendo il Nord America non ha risparmiato le cascate: molti hanno paragonato il paesaggio a quelli del cartone animato “Frozen”

Il freddo e il gelo stanno investendo gli Stati Uniti d’America, tanto da ghiacciare le cascate del Niagara. Le temperature sono scese fino a 20° sotto zero, regalando ai turisti uno scenario  mozzafiato. Secondo i metereologi i primi miglioramenti si avranno solo fra un paio di settimane. Nonostante le temperature bassissime,  i turisti continuano ad andare per ammirare lo spettacolo offerto da questa meraviglia naturale, unica al mondo, famosa per la sua  bellezza e tra la più conosciuta e visitata del pianeta. Le cascate  situate tra gli Usa e il Canada, gelate a causa dell’ondata eccezionale di freddo, stanno regalando un panorama che somigliano ad un angolo di un vero e proprio “Regno d’inverno”. Fra i turisti, c’è persino chi le ha paragonate al “castello di Elsa” del film animato Frozen.

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Le cascate del Niagara formano un complesso di tre cascate distinte originate dallo stesso fiume, il Niagara, e hanno la più alta portata d’acqua di qualsiasi fiume nel Nord America e, nel periodo di piena, ogni minuto cadono 170.000 metri cubi di acqua, infatti sono famose, anche, per la produzione di energia elettrica.     

Simone Finocchiaro  

In Svizzera: ecco il ponte sospeso tra due vette

Un ponte sospeso che consente di camminare tra due vette a 3.000 metri di altezza. 

Elena Lucrezia Cornaro, la prima donna laureata al mondo era italiana: la sua storia

La prima donna a laurearsi al mondo proviene dal nostro Paese. Essa si chiama Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, nata a Venezia nel 1646. Il  padre era il patrizio Giovanni Battista Cornaro e la madre Zanetta,di umili origini. Elena prese il carattere forte e determinato dal padre, il quale con le sue idee anticonvenzionali influenzò la crescita e le decisioni della figlia. Elena sin da piccola decise di rinunciare al matrimonio combinato per dedicarsi agli studi. Fin da bambina dimostrava un buona e facile capacità  ad apprendere, infatti ha imparato molte lingue tra cui il latino, il greco, lo spagnolo, il francese…, per poi concentrarsi allo studio della filosofia e della teologia. Inseguito si iscrisse all’Università di Padova.  Ma nel momento in cui doveva laurearsi incontra opposizione da parte del vescovo, Gregorio Barbarigo, che blocca tutto. Infatti  a quei tempi a una donna non era concesso di ricevere un titolo di laurea in quanto considerata inferiore rispetto all’uomo e non capace di ragionamenti difficili. 

Fino a quando, il 25 giugno del 1678, all’età di 32 anni, Elena ottenne la laurea in filosofia ma non in teologia. Alla cerimonia di proclamazione parteciparono tante persone. In seguito incontra Humar ibn al-Farid, un arabo erudito. Tra i due scoppia l’amore, come il loro comune amore per il sapere, un amore sofferto e nascosto fino alla morta di lei, avvenuta a soli 38 anni. Alcuni suoi manoscritti furono pubblicati dopo la sua morte. Di Elena, oggi, rimane poco, la riproduzione della statua che la ritrae si trova nel palazzo del Bo, sede dell’Università di Padova; mentre nell’Aula italiana della Cattedrale del sapere nell’Università di Pitsburg è raffigurato un suo dipinto. 

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Giada Spampinato, Francesco Grasso

A Venezia le è stata dedicata una lapide sul muro di Ca Farsetti; l’autrice Patrizia Carraro ha scritto un romanzo dal titolo”Illuminata” dove racconta la vita di Elena. Al giorno d’oggi il suo nome non dice molto, eppure occupa un posto importante nella storia della cultura italiana, di cui tutti dovremmo essere fieri.

Giada Spampinato, Francesco Grasso

COME USAVANO LE MONETE ANTICAMENTE

Nell’antichità non si usavano le monete o le banconote, ma si usava lo scambio. Solo dopo molti anni si iniziarono ad utilizzare zolle di sale, perline di vetro e zanne di bestiame, proprio come se  fossero monete: ad ogni oggetto si attribuiva infatti un valore commerciale diverso. I Greci furono i primi ad inventare monete, al cui peso corrispondeva un valore diverso. Nel settimo secolo comparvero le monete in oro, rame e argento che valevano un sacco! In seguito i mercanti, per non farsele rubare le fecero custodire dai banchieri.

Benedetta Ottimofiore, Elisabetta Rodelli, Flavia Torrisi

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CHI INVENTO’ LE MATERIE DA STUDIARE?

Furono i Sumeri a inventare le materie scolastiche. Secondo i luoghi si studiava ciò che si riteneva necessario per formare gli alunni. Le scuole sumere, dette edubba (casa delle tavolette), possono essere considerate le prime scuole dell'umanità e compaiono attorno al III millennio a.C. Le scuole erano frequentate esclusivamente dai figli delle famiglie ricche che potevano permettersi di sostenere le spese degli studi e la quasi totalità degli scolari era di sesso maschile. 

 

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 La scuola sumera era molto dura e pesante: gli allievi venivano obbligati a studiare duramente dall'alba al tramonto a partire dalla prima infanzia fino all'adolescenza. Tra i principali generi letterari vi erano poemi mitologici, epici, religiosi. Alla letteratura sumera appartiene anche il più antico autore di cui abbiamo notizia: la sacerdotessa Enkheduanna.

Benedetta Ottimofiore, Elisabetta Rodelli, Flavia Torrisi

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I RAGNI COME FABBRICANO LE RAGNATELE?

I ragni producono la seta per prima cosa: da ghiandole dell’addome, producono un liquido proteico che indurisce a contatto con l’aria. Si ottiene così un filo sottilissimo e molto resistente, con cui tessono la tela, una rete appiccicosa su cui gli insetti vengono attaccati. Poi i ragni camminano sulla ragnatela, ma solo sui fili che compongono la struttura, a differenza degli altri non appiccicati.

Alessandro Messina

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PERCHE’ QUANDO CI FANNO IL SOLLETICO RIDIAMO?

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Matilde Fontana

Si ride e non ci si diverte non si dice a caso che si soffre di solletico. Tutto quel muoversi che conosciamo, con gridoni e risate è una reazione spontanea di qualche parte del corpo. Il  solletico si soffre sui fianchi, sulla gola o sotto le ascelle, quindi in punti sensibili. Secondo un’ipotesi, nel corso del tempo il solletico ci ha imparato una strategia di attacco attraverso il gioco. Ridiamo per spingere chi fa il solletico a non fermarsi e imponendo a noi di difenderci dall’attacco divertente.

Ottimofiore Benedetta   

CHE COSA SONO I BUCHI NERI?

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Quando l’idrogeno finisce però, la stella si “accartoccia” (ossia collassa) affinché non resta un piccolo nucleo. Quel nucleo è così denso e la gravità è così forte che nulla neppure la luce può sfuggire.

Alessandro Messina

Un buco nero nasce quando una stella si distrugge. Ma si forma quando una stella è enorme, deve essere più di venti volte il Sole. Dentro la stella la temperatura può arrivare a più di un milione di gradi, quindi l’idrogeno di cui è formata si trasforma in elio, emettendo luce e calore.

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PERCHE’ LA BARBA CE L’HANNO SOLO I MASCHI? E A CHE SERVE?

La ragione del perché l’uomo ha perso i peli dalla maggior parte del corpo ma li ha mantenuti sul viso va spiegata, dice Oldstone-Moore, professore di storia alla Wright State University ,con la teoria della selezione sessuale: il meccanismo che assieme alla selezione naturale interviene sull’evoluzione delle specie, e che fu studiata da Darwin nell’Ottocento. La selezione naturale è il fenomeno che regola l’evoluzione delle specie: i tratti genetici favorevoli alla sopravvivenza e alla procreazione vengono premiati rispetto a quelli che non lo sono, e di conseguenza nel tempo gli individui di una specie con caratteristiche genetiche di questo tipo aumentano. 

 I maschi hanno la barba perché le nostre antenate preistoriche preferivano gli uomini con la barba, che così avevano la possibilità di accoppiarsi e di trasmettere questa caratteristica ai figli.

Matilde Privitera

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COCCODRILLO, ALLIGATORE, CAIMANO, QUALI SONO LE DIFFERENZE?

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In molti confondono questi tre animali e pensano che siano uguali. Se è vero che sono tutti rettili, appartengono però a famiglie diverse. I coccodrilli propriamente detti appartengono alla famiglia Crocodylidaea e vivono in Asia, America, Africa, Oceania, e possono superare i sei metri di lunghezza. Alligatori e Caimani appartengono alla stessa famiglia, ma a due generi diversi. La differenza principale tra alligatore e caimano sta nel fatto che quest'ultimo non ha un setto nasale vero e proprio. Inoltre i caimani vivono in Sud e in Centro America, mentre le due specie di alligatori che vivono ancora oggi si trovano in Cina e negli Stati Uniti. 

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 In particolar modo quest'ultimo è pericoloso per gli esseri umani, insieme al caimano nero, che però è molto raro. E’ importante ricordare anche iI gaviale del Gange che è l'unica forma vivente del genere Gavialis e della famiglia dei gavialidi, un gruppo di coccodrilli vissuto nell'Era Terziaria, e attualmente diffuso nei bacini idrici del subcontinente indiano.

Flavia Torrisi, Benedetta Ottimofiore, Elisabetta Rodelli

I LEGO e i loro benefici per        lo sviluppo dei bambini

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Per gli studiosi, tutti i bambini fino a otto anni, con qualsiasi gioco, ma soprattutto con le costruzioni, imparano a stimolare la fantasia, la creatività e riescono a risolvere tanti problemi del quotidiano, poiché sviluppano la capacità di  “ Problem solving”.

Progettare e costruire  con i mattoncini varie forme di cose o altro, aiuta molto i bambini ad orientarsi nello spazio, nella simmetria, nelle proporzioni, nelle dimensioni e nelle quantità. Divertendosi  a giocare con i Lego i bambini si esercitano ad assumere più equilibrio, inventando forme e imparando a distribuire e a frazionare quantità; infatti negli asili i Lego  sono presenti, non solo come gioco e divertimento, ma soprattutto come “metodo di apprendimento”.

Giocare con i Lego stimola la motricità fine, necessaria per un miglior controllo di piccoli movimenti delle mani e delle dita nelle azioni quotidiane. Infatti il bambino impara a dosare meglio la pressione delle mani e ad essere più preciso nel posizionare gli oggetti.

Le costruzioni insegnano, anche, ad essere pazienti e perseveranti, poiché non è un gioco che può essere fatto velocemente. I bambini imparano a ricostruire l’oggetto desiderato ogni volta che cade un pezzo di costruzione, e ci riprovano con pazienza cercando di capire qual è l’errore precedentemente fatto.  Crescendo impareranno a costruire forme più elaborate. Questo pensiero li aiuterà a essere dei bravi studenti e delle persone migliori-

Le costruzioni migliorano l’autostima e aumentano la fiducia in sé stessi. Per un bambino comporre dei pezzi di Lego, per realizzare qualcosa, può essere molto complicato. Riuscire a realizzare un oggetto finito è per lui  una grande soddisfazione, che si trasforma in autostima e più sicurezza  in sé stesso.

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I Lego sviluppano la socializzazione, la comunicazione e la condivisione; infatti sono, anche,  giochi di gruppo. Lavorare insieme nella costruzione di qualcosa vuol dire imparare a socializzare e a condividere, rispettando i turni e ad essere d’accordo sull’ idea da realizzare. Inoltre, i bambini devono imparare a comunicare tra di loro e a dividersi i ruoli e le responsabilità. Solo così capiranno che potranno arrivare ad un risultato comune.

Giulia Mirabella, Vittoria Leonardi

Francesco Grasso

Classe 4°D
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LE CASCATE DEL NIAGARA GHIACCIANO: lo spettacolo a -25° è unico

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