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Archeologia

Il grande Saltriosauro

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Il Saltriosauro è un dinosauro ritrovato vicino Varese. Si tratta del più grande Ceratosauro vissuto nel periodo giurassico ritrovato.  Di questo esemplare è stato ritrovato solo un osso della zampa anteriore, le ossa della mandibola e una parte della zampa posteriore. Il Saltriosauro è vissuto 198 milioni di anni fa, misurava 7,5 m di lunghezza e il suo peso raggiungeva la tonnellata.

Ma lo studio di Dal Sasso e del suo team tocca un altro argomento molto dibattuto, quello che i dinosauri fossero gli antenati degli uccelli. Per trovare una risposta a questa domanda, alcuni studiosi hanno analizzato con cura i resti di fossili e confermato che effettivamente il quarto dito è scomparso nel tempo con l’evoluzione. Mentre l’ala degli uccelli si sarebbe formata con le tre dita rimaste.

Diego Marcantonio, Lorenzo Sciacca, Manuel Montalto

Dita che diventano ali??
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Curiosità sulle uova...

... di dinosauro...

Manuel Montalto

Lorenzo Sciacca

1) Le uova del dinosauro Troodon sono di forma allungata e deposte a coppia, a distanza di uno, due giorni, arrivano fino a 26. Dopo la schiusa i dinosauri adulti accudivano la prole.

2) I genitori mettevano le uova in buche ricoperte di foglie per proteggerle. Ad Auca Mahuevo, in Argentina sono stati ritrovati nidi e uova di Saltasaurus: in ogni nido c’erano 25 uova di 12 centimetri di lunghezza.

3) Nel 1978 in Montana (USA) sono stati ritrovati diversi nidi e fossili di cuccioli di dinosauro di Maiasaura, (che ha dato il nome alla località che vuol dire rettile di buona madre). I nidi erano grandi con un diametro di due metri, costruiti col fango ospitavano fino a 30 uova di 20 centimetri ognuno.

4) Il nido più antico ritrovato è stato quello del dinosauro Mussaurus Patagonicus scoperto in Patagonia settentrionale. Il suo nome vuol dire –lucertola topo- e si tratta di un piccolo dinosauro.

5) Le uova di dinosauro potrebbero essere state il piatto preferito di alcuni piccoli mammiferi che avrebbero causato l’estinzione di alcune specie di dinosauri.

6 All’interno delle uova i piccoli dinosauri si muovevano e scalciavano come fanno anche oggi i cuccioli di mammiferi e di uccelli per stimolare la crescita delle ossa.

Chiara Battaglia, Giorgia Chisari, Giulia Bavera, Elisabetta Rotelli

Manuel Montalto

Manuel Montalto

Diego Marcantonio

Giorgia Chisari

Elisabetta Rodelli

Giorgia Chisari

Ancora scoperte archeologiche a Gela

A Gela sono state trovate alcune tombe antiche appartenenti a persone della stessa famiglia. A Gela c’è un’infinità di reperti archeologici, secoli di storia che piano piano riemergono. Infatti nel quartiere di Caposoprano e in piazza Umberto I sono stati ritrovati nuovi reperti. Recentemente i tecnici incaricati del rifacimento della rete idrica hanno dovuto interrompere i lavori, infatti in via Genova sono state ritrovate 4 tombe appartenenti a un’unica famiglia e risalenti a 2500 anni fa, mentre un’ulteriore tomba è stata ritrovata in piazza Umberto I risalente al Medioevo.

 Con gli scavi per la rete idrica sono emerse anche le mura della città antica e  utensili da cucina, come vasellame, anfore, pentole.

Questi ritrovamenti confermano che Gela è stata un antico insediamento di epoca greca; nella zona degli ultimi ritrovamenti probabilmente c’era una necropoli. Già nel 1950 erano stati portati alla luce tre bauli e un sarcofago risalenti al V-VI sec. a.C.

Ottimofiore Benedetta, Fontana Matilde, Leonardi Vittoria,            Mauceri Sofia.

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Benedetta Ottimofiore

Egitto, ritrovate 8 mummie di 2500 anni fa

         alcune in buone condizioni...

Ci sono dei sarcofagi, si presuppone appartenenti ad alti funzionari, ritrovati nella piramide di Dahshur.

La scoperta straordinaria degli archeologi egiziani è stata nell’antica necropoli dove erano sepolti funzionari e nobili; sono state ritrovate otto mummie che risalgono al periodo 664-332 a.C.

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Irene Di Legami, Simone Finocchiaro

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Sono stati portati alla luce sarcofagi in pietra calcarea, con le mummie ricoperte da cartonato, fatto di gesso e papiro colorato; in particolare uno di questi è ancora in condizioni ottime. Secondo il ministero I ritrovamenti a breve potrebbero essere “aperti” per essere esaminati nei particolari. Le tombe di Dahshur e Saqqara sono considerate importantissime, lo afferma l’egittologa Sarah Parcak, quella zona era il centro di culto, infatti un gran numero di sepolture appartenevano ad un élite di altissimo livello.    

Irene Di Legami, Simone Finocchiaro    

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Ritrovati nella necropoli di Saqqara 

gatti, scarabei e altri animali...

Nell’oltre tomba anche gatti e scarabei erano venerati. In Egitto, a Saqqara, alcuni studiosi hanno trovato degli insetti conservati insieme a decine di gatti, quest’ultimi considerati divinità. Nella necropoli, situata a sud del Cairo, sono stati ritrovati, anche,  dei sarcofagi di cobra e coccodrilli. Sono tesori risalenti a più di sei mila anni fa; a quell’epoca i felini venivano mummificati come offerte religiose.

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Giada Spampinato, Carola Dolcemascolo

Gli archeologi egiziani hanno scoperto mummie di felini disposti in sette tombe. Nell’antico Egitto  i gatti avevano un ruolo importante e venivano mummificate insieme ai loro proprietari. Insieme a decine di mummie, sono state trovate anche statue di legno e di bronzo con sembianze feline.

Una di queste era dedicata alla dea gatto Bastet. Era una delle più importati e venerate divinità dell’antico Egitto  e rappresentava la dea della guerra, dei gatti, della casa, delle donne, della fertilità e delle nascite.

Giada Spampinato, Carola Dolcemascolo, Irene Di Legami, Simone

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Giada Spampinato, Carola Dolcemascolo

     Il Kouros ritrovato      “L’ uomo nuovo di Sicilia”

Il pezzo mancante del Kouros è stato ritrovato  e  riassemblato ,  e infine sarà esposto nel castello Ursino di Catania.

Nelle ultime scoperte è stato ritrovato il volto della statua greca Kouros di un’ antica collezione di nome Biscari risalente al VI secolo a.C.  La testa era stata portata a Siracusa ed esposta al museo archeologico di Paolo Orsi.

Successivamente, è stato ritrovato a Lentini il torso che, dopo molti anni di studi approfonditi, si rivelò appartenente non solo alla stessa epoca a cui risaliva il capo trovato in precedenza, ma anche alla stessa statua! Dopo aver ricomposto la statua è stato deciso di metterla in mostra al Castello  Ursino.

Il kouros, che rappresenta un giovane privo  di vesti , era una scultura che aveva il ruolo funerario e serviva per ringraziare gli dei, era ormai un’ usanza molto popolare nel periodo arcaico e classico.

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La scultura è stata creata in  marmo pario, un marmo bianco pregiato, ricavato dalle cave della città di Lakkoi, nell’ isola  di Paros. Dagli studi condotti con sofisticate apparecchiature scientifiche, si conferma che sia la testa sia il busto del Kouros siano realizzati con lo stesso marmo estratti da un locus dalle cave di Lakkoi. Il difficile compito di ricongiungere la testa al tronco è stato affidato al siciliano Giacomo Rizzo che non ha intenzione di modificare la natura del Kouros, ma di rispettarla e fare splendere il suo antico fascino. Esposta a Siracusa, il Kouros di Lentini ha un fascino stupefacente. Giacomo Rizzo quando entrò nella cava non pensò nemmeno un attimo di modificare il materiale trovandone l’anima.

Sofia Mauceri, Vittoria Leonardi

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L’ULTIMA IMPRONTA DELL’UOMO DI NEANDERTHAL

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Alessandro Messina

A Gibilterra è stata ritrovata un’ impronta di un uomo di Neanderthal. L’impronta è attribuibile a un piccolo individuo tra i 106 e i 126 cm di statura. Il rinvenimento è il risultato di una ricerca durata 10 anni, nel corso della quale nella stessa regione sono stati fatti anche altri ritrovamenti. Come poche, ma importanti impronte di mammifero. La scoperta è avvenuta in una zona che all’epoca era piena di dune, sopra la Baia  Catalana, che risale a una delle glaciazioni più recenti. Piccole frane hanno rilevato storiche impronte dei nostri antenati.

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Diego Marcantonio

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Gli uomini di Neanderthal vissuti tra i 200.000 e i 30.000 anni fa, che devono il loro nome alla valle di Neander, in Germania in cui nel 1856 vennero ritrovati i primi resti. Non è noto il motivo per cui si sono estinti, si pensa che a causa dei cambiamenti climatici o per la comparsa di un’altra specie umana: l’Homo Sapiens che rapidamente si diffondeva in Europa e in altre parti del mondo e che rimase l’ultima specie umana.

Diego Marcantonio, Manuel Montalto

NORVEGIA, SCOPERTA SOTTOTERRA UNA NAVE VICHINGA

Gli archeologi hanno ritrovato nel parco nazionale di Borre, in Norvegia una nave vichinga che rappresenta un’incredibile scoperta ed è stata definita “un momento storico”.

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Il ritrovamento è stato effettuato grazie ad apparecchiature radar. Fino ad ora in Europa sono state ritrovate quindici navi vichinghe, sepolte sotto terra; solo in Norvegia sette. Nella stessa zona di quest’ultimo ritrovamento ne erano già state rinvenute tre, proprio nella Borre National Park che era una zona molto frequentata dai vichinghi. Nel 1904 nella stessa regione era stata scoperta la nave di Oseburg adesso visitabile al Museo delle navi vichinghe di Oslo.  

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 Gli studiosi ritengono che le navi erano molto

 

importanti per i Vichinghi, infatti gli uomini e

 

le donne più importanti quando morivano

 

venivano seppelliti insieme alle loro navi e con

 

i loro beni materiali più preziosi.

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Gli studiosi si augurano che la nuova scoperta possa

 

contribuire a ricostruire aspetti della civiltà

 

vichinga che ancora non si conoscono.

Diego Marcantonio, Manuel Montalto, Giorgia Chisari, Leonardo Fumei

A POMPEI ECCEZIONALE SCOPERTA: UN FAST FOOD DI 2000 ANNI FA.

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Il fast food possiede un bancone, dove i clienti sceglievano il cibo, un magazzino pieno di vasi per servire le bevande. Il Termopolio, cioè l’esercizio commerciale per la vendita di di cibo e bevande calde è decorato con un elegante affresco di Nereide, ben conservato. Su un lato del bancone sono raffigurate le nereidi, figure mitologiche, ninfe raffigurate su un cavallo marino.

Il comandante degli scavi di Pompei Massimo Osanna ha pubblicato delle foto: scavando hanno trovato un fast food. Si tratta di uno degli ultimi monumenti rimasto seppellito sotto la lava indurita per secoli. 

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Dall’altro lato del bancone è rappresentato ciò che si svolgeva nella bottega. Le tavole calde erano molto diffuse a Pompei e in tutto il mondo romano e vi era l’abitudine di consumare il pasto fuori caso. Fino ad ora solo a Pompei sono stati ritrovati ottanta Thermopolium. Quest’ennesima scoperta ha portato alla luce scene di vita quotidiana della città facendoci scoprire testimonianze della civiltà romana prima che il Vesuvio vi mettesse fine, al quale dobbiamo però la quasi perfetta conservazione.

Benedetta Ottimofiore, Simone Finocchiaro.  

IL SAHARA DIVENTA

UN GIARDINO OGNI 20.000 ANNI

Secondo una ricerca pubblicata su Science Advances a cicli di 20.000 anni il Sahara passerebbe da deserto a giardino, a causa dell’asse di rotazione della Terra e dei Monsoni.  

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 L’analisi della percentuale di Torio ha permesso di capire che ogni 20.000 anni circa almeno da 240.000 anni il Sahara subisce dei cicli che lo vedono secco in alcuni periodi e “verde” in altri periodi. Secondo lo studioso dell’inclinazione dell’asse terrestre, David Mc Gee quando la Terra si inclina maggiormente il Sahara può ricevere più luce solare. All’opposto quando l’asse si inclina riducendo la quantità di luce l’attività dei monsoni si indebolisce portando ad un clima più secco, simile a quello attuale.

Altrimenti come avrebbero fatto i nostri antenati a lasciare l’Africa per migrare verso le regioni più a nord e poi verso l’Eurasia? Secondo questa ricerca il mondo non è sempre stato così come lo conosciamo oggi. Quando 170.000 anni fa i nostri antenati iniziarono ad abbandonare l’Africa questa era una regione verde e ricca di acqua. Lo studio ha preso avvio dal mare delle coste dell’Africa Occidentale e dai sedimenti marini trasportati dai venti. Tra questi sedimenti trasportati si trova anche il torio, una sostanza presente negli Oceani. 

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LA  GRANDE PIRAMIDE DI CHEOPE

La sensazionale scoperta di due camere nella Grande Piramide del faraone Cheope a Giza  grazie ai raggi cosmici e ai muoni.

La piramide di Giza del faraone Cheope è divenuta la più famosa e la più misteriosa fra le piramidi dell’Egitto in tutto il mondo.  Da sempre ci si chiede se nella piramide di Cheope ci siano altre stanze oltre a quelle già scoperte dagli archeologici. Oggi, grazie all’uso delle tracce di particelle subatomiche che arrivano dallo Spazio, un gruppo di fisici ha localizzato  nella Piramide due cavità fino a oggi sconosciute. I fisici utilizzano i muoni per esaminare gli interni di strutture anche di notevole spessore. 

 Le ricerche fatte dagli archeologi hanno dimostrato che all’interno della Piramide ci sono due cavità nuove una più grande e l’altra più piccola. Al momento non si sa molto su queste due camere,  anche fare solo un’ipotesi su ciò che possono contenere questi spazi o su quali possano essere state le loro funzioni, oltretutto appaiono  irraggiungibili.  L’archeologo Mark Lehner sostiene che non  si tratti di una camera di sepoltura, poiché è irraggiungibile. Forse quella cavità ha un significato simbolico, potrebbe essere il luogo del passaggio verso l’oltretomba, oppure uno spazio per alleggerire il peso dei blocchi di pietra.

Chisari Giorgia, Battaglia Chiara 

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